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Gabriella Orefice, in arte Mogu Cosplay

Vincitrice del concorso NIHON COSPLAY @ LUCCA COMICS AND GAMES 2009 con il costume di Freya, da Chobits.

“Una ragazzina tutto pepe” è la prima cosa che viene in mente incontrando Gabriella. Un sorriso smagliante, coinvolgente, un’energiaancora straripante nonostante siamo al quarto giorno di Lucca C&G, un evento che sposserebbe anche l’incredibile Hulk, un antieroe del quale possiede sicuramente la determinazione. Occhi vispi che ricordano Pippi Calzelunghe e, per azzardare un paragone in campo anime, furbetti come quelli di Gigi la Trottola. Potrebbe benissimo essere un personaggio dei cartoni animati, e certo la similitudine non dovrebbe dar fastidio a qualcuno che ha saputo trasformare l’hobby di rendere reali e tangibilipersonaggi inesistenti in una forma d’arte oltre che di artigianato. Potrei scrivere ancora per molto, ed è questo che capita quando si incontra non una persona ma una personalità, ma sembra giusto dar spazio a lei, che è la protagonista di questa pagina.

OC: Per prima cosa, non sappiamo ancora bene come chiamarti, oltre al tuo nome vero ne hai in gran quantità: nomi d’arte, pseudonimi, soprannomi...

GO: ne ho diversi a seconda degli ambiti in cui mi trovo =) ovvio il mio nome di battesimo è Gabriella, in arte Mogu per il cosplay, ma anche Drummy o Drummerina anni fa quando suonavo la batteria. Gabriella Mogu ti piace ?

OC: Anche io ho suonato per molti anni la batteria! Cosa ti ha fatto mettere da parte quell'hobby per quello vi cosplayer? Che tipo di musica suonavi?

GO: non ho smesso il suonare per via del cosplay, ho semplicemente dato priorità a qualcosa che ormai mi prendeva molto più tempo. Avevo dei gruppi rock che non sono andati molto bene... e quindi perdendo le persone con cui suonavo è diminuito man mano anche il tempo che vi dedicavo... ma la batteria è sempre li in camera, quella elettronica, quella acustica sto cercando di venderla perchè occupa davvero troppo spazio e non ho una sala e un gruppo con cui usarla.

OC: Sei qui non solo perchè sei una delle più degne rappresentanti dell’arte del cosplay, ma anche perchè hai vinto il nostro concorso Nihon Cosplay Ochacaffè 2009; ci parli del tuo costume?

GO: “Questo costume è nato per le mie prime selezioni del World Cosplay Summit al Romics insieme ad una mia amica per la quale feci anche il costume di Chii. E' un pò scomodo considerando la lunghissima parrucca, il tacco a spillo e lo strascico pesante, ma sono tutti particolari che rendono il vestito somigliante all’originale. Il personaggio essendo un perscom (un computer con sembianze umane) ha anche i jack che escono dalle orecchie per collegarsi ad altri computer!

OC: Ammiri o ti sei ispirata a qualche altro cosplayer?

GO: certamente! Inizialmente girovagando su internt ho subito conosciuto Giorgia Vecchini e Francesca Dani, poi entrando piu in questo mondo ho conosciuto anche alcune cosplayer internazionali bravissime che ammiro molto.

OC: Ti piacerebbe che tutti fossero sempre in costumi molto diversi ed originali, anche nella vita comune? O questo toglierebbe unicità alla minoranza di persone che lo fa in certi momenti?

GO: dipende da cosa si intende per costume. Ormai lo stile contemporaneo è molto vario e il vestirsi stravaganti sta diventando sempre più comune, per esempio ormai i costumi da lolita si vedono spesso e volentieri anche nei sabato sera. Il tipo di vestito rende originale la persona ma se quando questo diventa una cosa comune lo si sminuisce, quindi a volte è meglio ritagliare momenti e occasioni particolari per questo tipo di vestiti.

OC: indossare un vestito completamente fuori dal normale in un contesto che invece e' ordinario e' segno di...

GO: stravaganza e sfida

OC: I costumi che scegli ci dicono qualcosa del tuo carattere oppure sono scelte basate su fattori puramente estetici e di fattibilità?

GO: spesso e volentieri i costumi sono scelti in base al personaggio. Il carattere a volte puo assomigiare al mio, tante volte invece è come vorrei essere; altre volte scelgo un costume solo perchè mi piace anche senza conoscere il personaggio.

OC: e come vorresti essere?

GO: non saprei rispondermi nemmeno io bene sul come vorrei essere; è una questione di sensazioni e temperamento in determinate situazioni. Anche se ho 24 anni non si finisce mai di crescere e di cambiare, quello che posso dire a riguardo è che a volte i miei personaggi sono austeri, menefreghisti, risoluti e forti, non si fanno prendere facilmente dalle emozioni e riescono a trovare delle soluzioni. Io sono tutto il contrario: non riesco a sorvolare sui problemi, penso molto, emotivamente mi faccio prendere da tutto e sto più male che bene per colpa di inutili paranoie.

OC: Il tuo campo, più che la sartoria (anche se non si sa mai) è l’architettura. Cosa pensi dei grandi architetti giapponesi?

GO: ho sempre avuto molta ammirazione per gli architetti e anche per i designer giapponesi. Trovo che oggigiorno l'architettura giapponese sia essenziale e concreta , infatti non da spazio a inutili arzigogolamenti (esiste come parola?) eppure attraverso forme se vogliamo semplici riescono a strapparti un "wow". C'è da dire che non tutti gli architetti sono così ma io faccio molto caso a questo tipo di "pensiero" perchè lo trovo molto contrastante con le architetture dei templi che invece hanno tutto fuorchè semplicità ed essenzialità, cosa che invece si ritrova nelle abitazioni tradizionali. Trovo che l'architettura rispecchi sempre i modi di pensare della società in cui nasce e in questo caso credo che non ci sia esempio piu calzante del Giappone.

OC: devo dire che però, se confrontati con altra architettura di tipo religioso in Asia, e penso ai templi Hindu o anche ad altre forme di buddismo come in Corea o Tailandia, i templi giapponesi sono in effetti molto più semplici e spogli.

GO: beh io sto facendo un confronto interno alla cultura stessa giapponese, non tra vari templi in culture diverse.

OC: Grazie al premio del nostro concorso avrai la possibilità di abitare con una famiglia giapponese per qualche giorno. Hai già scelto la tua destinazione? Come ti senti all’idea di farti “adottare” da una mamma giapponese?

GO: ho scelto kyoto a dicembre, la città più tradizionale giapponese, a quanto dicono. Abitare in una casa giapponese con una famiglia giapponese proprio in quella città sarà una grande esperienza anche per pochi giorni. Non vedo l'ora di partire e conoscerli, sicuramente mi commuoverò alla loro vista, con i vari rituali cui stare attenti, gli inchini, le loro abitudini. Credo di avere avuto una grande fortuna con questo premio. Spero si crei un’atmosfera simpatica. Credi che potrò chiamarla mamma in quei giorni =) ? O meglio dovrei chiamarla okaa-sann?

OC: Penso proprio di sì!! Grazie per il tempo che ci hai dedicato, ci sentiamo al tuo ritorno dal Giappone per un reportage in dettaglio, completo di foto con la famiglia!