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Il Linguista e lo “Yukar”

Quando si menziona il nome “Kindaichi” ad un Giapponese, questi vi risponderà “studi sulle parole”. Il professor Kindaichi è infatti conosciuto in madre patria in quanto grande linguista. Innumerevoli sono i saggi da lui pubblicati in merito alla lingua giapponese, e ha anche partecipato alla prima stesura del famigerato dizionario monolingue “Meikai Kokugo Jiten”.
Tuttavia la sua fama è dovuta ai suoi studi sulle tradizioni orali Ainu, per la prima volta eseguiti attraverso metodi scientifici e d’avanguardia, e soprattutto con una mentalità completamente scevra da pregiudizi. In un periodo in cui il popolo Ainu veniva considerato “primitivo” e “barbarico”, Kindaichi fu il primo a levare una voce fuori dal coro. Si ricorda ancora questa sua frase: “La vostra cultura non sarà mai qualcosa di inferiore.”1
Ma perché mai un così emerito Dottore avrebbe dovuto barcamenarsi in uno studio ritenuto all’epoca tanto difficoltoso, se non addirittura uno spreco di tempo?
Kindaichi stesso spiegò in questi termini le sue decisioni, durante il discorso tenuto in onore del suo incarico a sindaco di Morioka: “[…] Penso che sia proprio perché sono nato a Morioka, e proprio perché in questa benevolente città sono cresciuto, che sono riuscito a portare avanti le mie ricerche sugli Ainu.”.2
Egli riconduce dunque queste decisioni al suo paese natale (il che è anche piuttosto plausibile viste le condizioni in cui il discorso è stato pronunciato!), e la domanda sorge spontanea: perché proprio Morioka ha avuto quest’influenza?
Occorre avere, a questo punto, qualche nozione di base di geografia giapponese.

Mappa geografica dell’arcipelago giapponese.
La prefettura di Iwate è evidenziata in fucsia
Prefettura di Iwate
(con relativi confini menzionati).

Come si evince dalla mappa qui sopra, la prefettura di Iwate è collocata nell’estremo Nord-Ovest dell’isola principale, Honshū. Ed è un’area che, guarda caso, era un tempo dominio del popolo di Ezo (蝦夷), il nome che anticamente designava le terre del Nord e i loro “barbari” abitanti. E’ quindi una sorta di bisogno di riscoprire le proprie radici, che spinge Kindaichi a studiare non soltanto la lingua, ma anche le tradizioni orali di quelli che potrebbero essere i discendenti dei suoi antenati. Riconosce la validità della civiltà Ainu, ed attraverso i suoi saggi, mira a farla conoscere ed apprezzare in Giappone. Per quanto riguarda lo studio della lingua, Kindaichi ha formulato una teoria piuttosto interessante quanto apparentemente bizzarra. Basandosi su delle comuni peculiarità sintattiche (l’unione di più morfemi grammaticali, tale da rendere una frase intera simile ad una singola parola), il linguista ha accostato le lingue Ainu a quelle dei nativi americani. Stando ai suoi ragionamenti, gli antichi Ainu si spostarono dal Nord America alla Siberia; e da lì, a Sakhalin.3 Disgraziatamente, tutti gli scritti di Kindaichi sono ancora oggi inediti in qualsiasi altro idioma diverso dal giapponese. Di seguito riporterò il testo di alcune canzoni “iyohaichishi” (in katakana: イヨハイオチシ); esse furono tradotte da Kindaichi dall’Ainu con la collaborazione di un’anziana madrelingua, Kannari Matsu, e qui riproposti con la mia traduzione in lingua Italiana.



Note:
1) Aneddoto riportato dall’ enciclopedia online Wikipedia, edizione giapponese.
2) Aneddoto riportato sul sito “Morioka Senjin Kin’nenkan”: http://www.odette.or.jp/kankou/cu_c_ki_se_i/cu_c_ki_se_i.html
3) Dal sito “Brigham Young University’s Department of Linguistics”: http://linguistics.byu.edu/classes/ling450ch/450right.html


Testo tratto dalla tesi di laurea di: Valentina Vignola.