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I. CHAJI - Parte 2
Ad uno ad uno, gli ospiti lasciano la sala d’attesa machiai 待合 e indossano un paio di zori 草履 da esterno. Quesi zori sono costruiti con straordinari materiali intrecciati, e sono di stile molto primitivo se confrontati con gli zori usati quotidianamenti in Giappone. Malgrado la loro bellezza, se gli zori sono nuovi sono le calzature piu’ scomode che abbia mai indossato, penso per il fatto che quando gli zori sono nuovi non sono allentati abbastanza da diventare comodi e il fondo si appiccica nell’arco del piede.
Eccoci adesso nel cuore del roji 露地, uno spazio veramente di trasformazione, con la funzione di ponte tra il mondo esterno, ordinario, e il mondo del te. Il roji e’ stato anche descritto con gli ideogrammi 路地, che possono essere tradotti come strada/sentiero e suolo o luogo, ma poi e’ cambiato in 露地, che significa “sentiero di rugiada”. Questa modifica e’ avvenuta nel tardo 16° secolo, ed e’ stata attribuita a Sen no Rikyu, il maestro del te piu’ importante di tutti i tempi. Come per tutte le figure importanti della storia giapponese, il vero e la leggenda sono spesso mescolati e molte delle tradizioni nel mondo del te’ appartengono a questa categoria: tradizioni che non trovano molta conferma nei fatti storici. L’idea di un sentiero di rugiada dal mondo esterno ad un mondo “piu’ innalzato” e’ un termine favoloso, e sono personalmente grato a chi lo ha pensato, chiunque sia stato.
Cio’ che e’ vero e’ l’incredibile “non bellezza” del roji, cioe’ il fatto che il sentiero di pietre su cui camminare sembra essere stato messo la’ da Dio. Non sembra esserci dietro nessuno sforzo, e le semplici piante creano una bellezza lussureggiante ch ci porta lontano dai pensieri della vita ordinaria e ci libera verso l’oltre. Questa per me e’ la sensazione quando passeggio lungo il roji fino al cancello di mezzo, chumon 中門; il roji non e’ ampio ma il sentiero lo fa sembrare molto piu’ spazioso di quanto sia veramente.
Entriamo in uno spazio di verde lussureggiante, che ci permette di muoverci con un passo rilassato finche’ arriviamo al cancello di mezzo. Il primo ospite lo apre e procede al koshikake machiai 腰掛け待ち合い. Lo tsume chiude il cancello e segue gli altri ospiti verso il posto in cui sedersi nel koshikake machiai. Andate alla gallery per le foto del koshikake machiai.
Il primo ospite raccogliera’ il porta-tabacco, o tabakobon 煙草盆 dal materassino rotondo e posera’ i materassini sul legno con il porta-tabacco tra il primo ospite e gli altri. Il porta-tabacco ha uno hiire 火入れ, un piccolo contenitore con ceneri e un pezzo di brace accesa, uno hiire da tabacco, per tenere il tabacco sciolto, haifuki 灰吹 (ricevitore di cenere – un tubo di bambu con un po’ d’acqua dentro per eliminare le ceneri dalla pipa) e una pipa. Spesso al giorno d’oggi il porta-tabacco avra’ solo hiire e haifuki. E’ facile indovinare quanto si e’ affrettato il padrone di casa guardando la cenere bianca che si forma sul pezzo di brace incandescente, a voler essere pignoli. ma la vera gioia sta nel raccogliere lo hiire e sentirne il calore nella mano, e tirare dalla pipa se lo si desidera. L’uso della pipa ha origine dal commercio con gli olandesi; il tabacco e’ vecchio stile, tagliuzzato, da impaccare nella pipa. Si accende con il calore della brace nello hiire, si fanno uno o due tiri. Quando vivevo in Giappone era possibile comprare questo tipo di tabacco a Kyoto nei grandi magazzini Daimaru o Takashimaya, solo un giorno a settimana. Oggigiorno l’uso del tabacco non e’ fondamentale ma ha il significato di accogliere gli ospiti e mostrar loro che il padrone di casa si preoccupa anche dei minimi dettagli.
Se il roji e’ ben progettato non si vedranno molti oggetti vicino al koshikake machiai, ma e’ possibile sentire.
Dopo pochi minuti si sente il suono dell’acqua sui cespugli e sulle piante che circondano lo tsukubai, e il versare l’acqua. Si sente l’emozione di tutti gli ospiti quando l’evento del te sta finalmente per iniziare. Si puo’ percepire che il padrone di casa sta usando il mestolo per togliere piu’ acqua possibile dal lavabo e poi versa acqua fresca da un secchio in legno sul lavabo stessa. Il padrone di casa poi si purifica attentamente con l’acqua, riporta il secchio nella stanza dei preparativi e si avvia verso il cancello di mezzo. Apre il cancello, passa attraverso, tutti gli ospiti si alzano e si inchinano in silenzio. Il padrone di casa ritorna alla stanza del te e gli ospiti si preparano a procedere verso lo tsukubai. Il primo ospite dice "Osaki ni", cioe’ "mi scusi se vado avanti io", e gira il materassino per appoggiarlo sulla parete, poi ogni ospite segue. L’ultimo ospite riporta i materassini nella posizione iniziale e vi appoggia il porta-tabacco sopra prima di seguire gli altri attraverso il chumon fino alla zona tsukubai. Potete ammirare delle foto della zona tsukubai nella gallery.
Ognuno degli ospiti, partendo dal primo, va allo tsukubai per purificarsi, come si fa con le vasche di purificazione che si trovano nei templi di tutto il Giappone. L’ospite prima di tutto prende un fazzoletto per pulirsi le mani dopo aver toccato il lavabo, poi si accovaccia con il fazzoletto sulle ginocchia. Riempie il mestolo d’acqua e ne versa sulla mano sinistra, cambia mano e la versa sulla destra. Poi, con il mestolo nella mano destra, lo riempie nuovamente e ne versa sul palmo sinistro per sciacquarsi la bocca e poi sputarla. Successivamente usa l’acqua rimasta per pulire il mestolo per il prossimo ospite e rimette il fazzoletto nel kimono. Ad uno ad uno, tutti gli ospiti ripetono questa purificazione.
Lo tsukubai つくばい e’ piu’ un “luogo” che un semplice lavabo. La bacinella/lavabo e’ generalmente chiamata chozubachi 手水鉢 nei giardini del te’, e il buco e’ di solito circolare e sempre posizionato in basso cosicche’ ci si deve accovacciare per usarlo. Il libro di Arthur Lindsay Sadler,ha attribuito la seguente citazione a Rikyu: “E’ necessatio che tutti, anche il piu’ grande tra gli uomini, si abbassino al suolo perche’ il vero saggio si riconosce dall’umilta’”. La zona dello tsukubai e’ in genere dai 5 ai 15 passi di distanza dalla sala del te e quando ci si avvicina si notano un certo numero di pietre davanti al lavabo. La scuola Urasenke ha una pietra sulla sinistra piu’ bassa di quella sulla destra, usata in inverno per appoggiare un secchio di acqua calda chiamato youku-ishi 湯桶石, una pietra leggermente piu’ alta a destra per una lanterna nel caso di te’ serale, chamata teshoku-ishi手燭石 e un’altra pietra piatta posizionata davanti al lavabo chiamata mae ishi 前石. Molti sono i dettagli, e le misure tipiche, che dovro’ omettere per non dilungarmi all’infinito.
Tutti gli ospiti, il primo davanti, seguono il sentiero fino alla stanza del te’.
A volte i sentieri sono diversi, per esempio quello che il padrone di casa puo’ percorrere fino alla mizuya 水屋, o stanza della preparazione, allora su questo sentiero ci sara’ una piccola pietra con una fune di canapa nera annodata attorno, per segnalare agli ospiti di fermarsi. Questa pietra e’ chiamata sekimori ishi関守石. Anche la foto di questa e’ presente nella gallery, alla sezione cerimonia del te.
Quando gli ospiti arrivano alla stanza del te potrebbero vedere una caratteristica interessante del roji, la chiriana 塵穴, o buco per la polvere (raffigurata nella prima parte di questa sezione), di cemento, situato in piena vista degli ospiti vicino al nijiriguchi 躙口, all’ingresso. La maggior parte delle volte ha solo un valore decorativo, ma se guardiamo oltre esso e’ un simbolo per il mondo buddista, ci fara’ capire che dobbiamo lasciare la polvere del mondo, che e’ su di noi ma non e’ voluta, nel momento in cui entriamo la sala da te’.
La forma e dimensione dipendono dalla grandezza della stanza.
Nella gallery c’e’ una foto della chiriana e del nijiriguchi. Nella foto del nijiriguchi si vede una scopa warabiboki appesa, fatta di fronde di felce (usata per decorazione, ma usata in passato per pulire il roji).
Sempre con il primo ospite davanti, gli ospiti aprono la porta scorrevole ed entrano nella stanza del te’, la sala chashitsu 茶室.
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