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SUMO: la mia esperienza personale
Assistere alle gare di sumo dal vivo:
Le gare di Sumo dal vivo si svolgono sei volte all’anno per due settimane ognuna. Durano tutto il giorno, partendo con le leghe junior fino alle 6, quando si vedono i lottatori più forti che appartengono alle serie più alte. In Giappone il Sumo è trasmesso in televisione ogni pomeriggio dalle 4 alle 6. Ci sono delle trasmissioni giapponesi ed inglesi per varie reti, e c’e’un riassunto delle partite ogni sera in programmi come “Sumo digest”.
Il Sumo si può guardare a Tokyo (gennaio, maggio, e settembre), ad Osaka (marzo), a Nagoya (luglio), ed a Fukuoka (novembre). È impossibile trovare i migliori biglietti se non si hanno le conoscenze giuste, ed anche quando ci si riesce, i biglietti sono venduti a prezzo altissimo. I posti in piedi vengono venduti il giorno dell’avvenimento, dalle 7 di mattina; un procedimento che sembra tortuoso, ma in realtà non è così terribile. All’inizio dell’avvenimento si riesce a guardare le prime partite dai migliori posti in tutto lo stadio cavernoso, e c’è ampio spazio per muoversi facilmente e per conoscere nuova gente. Dall’altra parte c’è la possibilità che si debba rinunciare ai propri posti alle 2 o alle 3 di pomeriggio, quando arriveranno i ricconi con i biglietti giusti.
Ho avuto la fortuna di essere stato invitato a due tornei di Osaka, da una mia studentessa di mezza età il cui marito riceve ogni anno i biglietti da un collega di lavoro. I posti hanno il nome masu-seki, termine che si riferisce ad un’unità di riso. Sono piccole zone quadrate con spazio appena sufficiente per 4 persone sedute a gambe incrociate o in ginocchio. Oltre alle 4 persone e alle loro cose, serve spazio adeguato per raccogliere tutte le provviste che ci vengono consegnate – birre e sake, pasti in scatola, regali dalla federazione di Sumo (una grande borsa ciascuno, che contiene asciugamani, scodelle, piatti, leccornie, ecc.), oltre ad un misto di snack diversi – poco sano, ma un buon affare! Con tutta quel ben di Dio, nonche’ con il casino sicuro di tutta la gente che arriva ed esce, a volte gli spettatori si distraggono dall’incontro stesso. Una volta nel marzo del 1999 siamo andati all’ultimo giorno della gara, uno spettacolo emozionante in cui i due concorrenti più forti lottavano per il trofeo, per il campionato (il premio comprendeva un’automobile, una scorta di riso, birra e funghi shiitake per un anno, mille susine salate, un milione di coppe e trofei, ecc.), e anche per l’opportunità di partecipare alla cerimonia di premiazione. Purtroppo è stato uno dei peggiori tornei mai visti, perché i tre yokozuna erano feriti e non hanno preso parte agli incontri, ma eravamo comunque molto emozionanti di essere presenti. Siamo andati anche al primo giorno del torneo di marzo 2000, ed abbiamo visto lottare 4 yokozuna, un’opportunità rarissima. Dopo il quinto giorno, lo yokozuna che aveva già perso tre partite annunciava che si sarebbe ritirato dal torneo e dal Sumo. È stato un torneo esilarante, con il lottatore del grado più basso che ha vinto12 incontri di seguito. Ha perso le due partite seguenti, ma ha vinto l’ultima e ha ricevuto il trofeo. È stato molto emozionante; quando il lottatore ha capito di aver vinto ha cominciato a piangere dalla gioia. L’abbiamo fatto anche noi. È difficile credere che prima che cominciasse la partita lui stava pensando di ritirarsi, nel caso non fosse andato bene negli incontri di marzo. Nel torneo seguente, nel maggio del 2000, è stato promosso al grado di komusubi, il quarto sotto il più alto, di poco sotto ai livelli yokuzuna, ozeki, e sekiwake.
Ho visto anche un altro evento, lo spettacolo del Sumo su strada. C’è un periodo di pausa di 6 o 7 settimane, durante il quale si tengono degli eventi di Sumo che si potrebbero descrivere in modo più preciso come incontri di Sumo su strada. Questi eventi che durano uno o due giorni e si svolgono in città diverse da quelle che ospitano i tornei ufficiali. D’estate c’è uno spettacolo internazionale di Sumo su strada, che ha già girato Canada, Stati Uniti, Inghilterra, Australia, ed alcuni altri paesi. Questi spettacoli non sono tornei competitivi; sono piuttosto eventi di informazione e di divertimento. Per esempio, si fa dimostrazione dell’arte della legatura dei capelli chommage; ci sono dei canti tradizionali dei lottatori Sumo, la commedia del Sumo, e delle partite in cui i lottatori si concentrano più sulle tecniche spettacolari che sul fatto vincere.
Incontro con un vero lottatore di Sumo:
Ho avuto la fortuna di incontrare un vero lottatore di Sumo. Un mio conoscente lavorava per una palestra di Sumo che si chiama Isutsu, e avendo i biglietti per un banchetto per circa 20 persone, ne ha regalati quattro a noi. La palestra Isutsu non era grande, ma ospitava uno dei lottatori della lega più importante ed un altro della lega appena precedente. Il mio eroe è il lottatore più bravo, chiamato Terao. È il lottatore più leggero della lega superiore e pesa solo 115 chili; è anche il più vecchio (36 anni) ed ha alle spalle la carriera più lunga di tutti i lottatori attivi – quasi 20 anni, cioè più di meta’ della propria vita. Ha un corpo muscoloso (cioe’ non grasso) ed è abbastanza bello. Quest’uomo è privo di difetti – a parte il fatto che non vince sempre, a causa del suo peso leggero in confronto agli altri, ma è anche uno dei motivi per cui mi piace – e parte sempre svantaggiato. Il peso non è tutto: l’ultimo novembre, nella sua citta’ natale, Fukuoka, ha sconfitto lo yokozuna hawaiano, un uomo il doppio del suo peso. Al banchetto c’erano Akinoshu, l’altro grande lottatore nella palestra, e tanti altri lottatori inferiori (ma grandissimi), il maestro della palestra (il fratello di Terao, un ex-lottatore che una volta ha raggiunto un livello alto), e un gyoji, uno degli piccoli uomini vestiti da mago, che fa l’arbitro degli incontri dalla zona pericolosa all’interno del ring.
La serata iniziava con l’accomodarsi a tavola. Una grande tavola piena di cibo, con tanto spazio per muoversi; in un certo senso era meglio dei posti al lato del ring, che erano più stretti e senza molto spazio libero. I lottatori sono stati annunciati, le porte spalancate, e ci si sono infilati dentro. Abbiamo sentito dei discorsi, e poi tutti hanno cominciato a mangiare e bere. I lottatori andavano giro per la stanza, facevano foto con gruppi di persone, e si sedevano a tavola per mangiare con gli ospiti. C’era una scatola a disposizione per le donazioni, e la gente che aveva scattato una foto con un lottatore del Sumo poteva donare dei soldi. Ad un certo punto mi si è avvicinato Tereo, e ho avuto l’opportunità di parlargli e di stringergli la mano. Gli ho fatto vedere la foto di me durante una mia gara di Sumo; credo che abbia pensato che fossi solo un altro straniero che voleva farsi notare, ma forse l’ha trovata divertente. Lui ha tanta esperienza, e mi sa che ha visto di tutto. Gli ho regalato un portafortuna che avevo comprato al tempio, per augurargli il meglio. Quel tempio si chiama Katsu-o-ji; i tre caratteri cinesi kanji, letti indietro dicono Tera-o-katsu (“tera” si può leggere come “ji” in giapponese), il che significa “Terao vittorioso”; Terao mi ha sorriso e mi ha ringraziato, aggiungendo che aveva gia’ ricevuto un regalo simile e che sapeva del tempio. Mi ero chiesto prima se sapesse del tempio, ma lui ha una tale esperienza che tante persone gli avranno regalato una cosa del genere. In ogni caso è stato un onore per me dargliela, ero probabilmente l’uomo più contento di tutta la stanza.
Il divertimento e’ continuato per il resto della sera e ho bevuto troppo sake. Quando è finita la serata, abbiamo ricevuto borse di regali, e abbiamo salutati i membri onorari con inchini, strette di mano, ed altre foto. È stata una serata bellissima.
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