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DEPARTURES

(The ‘encoffineers’) I preparatori di cadaveri: accompagnano nell’ultimo viaggio della vita con amorevole grazia.

La preparazione dei cadaveri, il lavaggio cerimoniale del corpo, la vestizione e il posizionamento del defunto nella bara alla presenza dei familiari, non sono azioni consuete ma in Departures costituiscono una pratica che serve sia per scaldare il cuore che per affermarsi nella vita. Nel film un giovane uomo si trova faccia a faccia con i diversi modi in cui la gente è colta dalla morte e questo determinerà una svolta decisiva nella sua vita.

Il regista di Departures, Yojiro TAKITA, è uno dei più acclamati in Giappone fin dai suoi primi successi, come le commedie The Yen Family e We Are Not Alone o il dramma When the Last Sword is Drawn.

La sceneggiatura del film è stata scritta da Kundo KOYAMA ed è stata la sua prima opera per il grande schermo, nonostante avesse già lavorato allo script di un serie TV di culto, The Iron Chef. Il Maestro Joe HISAISHI, autore delle musiche di molti film di Hayao MIYAZAKI (tra cui La città incantata e Il castello errante di Howl) ha creato una colonna sonora che è a tratti intensa e a tratti delicata, dominata dal suono del violoncello col quale il protagonista si mette così tanto alla prova.

Departures è girato nel Nord Est del Giappone, nella prefettura di Yamagata, in uno scenario bellissimo che fa da sfondo a una storia che si svolge lungo l’arco di tutte e quattro le stagioni.

L’attore Masahiro MOTOKI dà il giusto tocco di comicità a una superba e sfaccettata performance nelle vesti di Daigo, un uomo che ha smarrito la sua strada a Tokyo e che ritorna nella sua città natale con la moglie Mika, interpretata da Ryoko HIROSUE. L’attrice porta chiarezza e naturalezza al ruolo di una donna che inizialmente disapprova la carriera scelta dal marito, ma che infine giunge a capire e a rispettare. Tsutomu YAMAZAKI porta le sue caratteristiche e la sua intensa presenza nella interpretazione di Sasaki, il veterano datore di lavoro e mentore di Dago. Il cast di supporto è costituito da affermati attori come Kimiko YO (Café Lumière), Kazuko Yoshiyuki (Glory to the Filmmaker!, Granny Gabai) e Takashi SASANO (Kabei--Our Mother).

Finché non arriva la nostra “dipartita”, dobbiamo tutti salutare affettuosamente i nostri cari. Questo motivo universale evoca il tema dell’amore tra le coppie sposate, l’amore dei genitori per i figli e l’amore dei figli per i genitori e le relazioni che legano tra loro i parenti, gli amici e i colleghi in un film che farà scatenare potenti

emozioni sia con le risate che con le lacrime.

Departures è uscito per la prima volta in Giappone il 13 Settembre 2008 ed è diventato uno dei film di maggior successo guadagnando più di $40 milioni di dollari dalla data di uscita fino al Marzo 2009. In seguito all’Oscar vinto nel Febbraio 2009, il film è infatti risalito alla posizione numero uno nel Box office giapponese.

DEPARTURES: SINOSSI
“Preparandosi per l’ultima partenza”

Quando l’orchestra in cui suona il violoncello si scioglie, Daigo KOBAYASHI (Masahiro Motoki) abbandona una carriera nel campo della musica e si trasferisce con sua moglie in campagna, nella prefettura di Yamagata. In questo luogo trova un annuncio per un lavoro da “aiutante” che sembra costituire una buona opportunità. Varcata la soglia di quella che crede un’agenzia di viaggi, Daigo si ritroverà a sostenere il colloquio in un ufficio con allineate alle pareti delle bare di differente foggia.

Il proprietario dell’agenzia Sasaki (Tsutomu Yamazaki) lo assume dopo aver dato non più di uno sguardo al curriculum di Daigo; è a questo punto che Daigo scopre che il lavoro che gli verrà assegnato ha a che fare con la preparazione cerimoniale dei corpi prima della cremazione.

Daigo è riluttante, ma Sasaki insiste perchè accetti il lavoro e lui acconsente. Alla moglie Mika dirà che il suo

nuovo lavoro riguarda l’allestimento di “cerimonie”. Daigo comincia così a viaggiare per la regione di Hirano,

nella prefettura di Yamagata, con Sasaki.

Una bellissima suicida, che risulta poi essere un ragazzo vestito da donna; un adolescente teppista morto in un incidente stradale,…: Daigo incontra la morte sotto vari aspetti e, nonostante sia incerto e titubante all’inizio, col tempo comincia a capire questo lavoro di “preparazione” e a riconsiderare il rispetto per la vita.
Quando la moglie Mika scopre esattamente quale tipo di cerimonia comporti il lavoro del marito ne rimane sconvolta. Gli chiede di lasciare il posto e, quando lui rifiuta, lascia la casa per tornare a Tokyo. Daigo si trova da solo ancora una volta, dal momento che sua madre è morta qualche anno prima e il padre lo aveva abbandonato quando era solo un bambino. Malgrado il suo stato d’animo, Daigo continua a credere nel valore del lavoro che svolge.
Quando l’inverno volge a primavera e Daigo comincia a sentirsi sicuro di sé e della sua nuova carriera, si verificano una serie di eventi significativi in successione: la moglie Mika ritorna, la madre di un suo un carissimo amico di infanzia muore all’improvviso e lui riceve la notizia che suo padre, col quale non ha avuto contatti per 30 lunghi anni, è morto.
Come preparatore di defunti, come marito, come figlio e come essere umano: come affronterà Daigo la vita e la morte rispetto alle persone che gli sono più care?

INTERVISTA ALL’ATTORE PROTAGONISTA MASAHIRO MOTOKI
(Los Angeles / 23 Feb, 2009)

D. Si dice che sia stata lei la persona che ha avuto l’idea del film Departures. C’è stato qualche evento che l’ha ispirato?

Quando sono stato in India 15 anni fa sono rimasto molto colpito nel vedere che in India la vita e la morte coesistono in armonia e in maniera molto naturale. Hanno entrambe lo stesso valore nella vita umana. Vicino alle persone che si lavavano e si preparavano nel fiume, c’erano persone che celebravano un funerale e si accomiatavano dai corpi dei loro cari. Morte e Vita sembravano coesistere in perfetto equilibrio. Ero affascinato e commosso dalla vista di questi episodi.

Quando sono tornato a Tokyo, ho capito che la morte era intenzionalmente rimossa dalla vita quotidiana. La gente è semplicemente troppo occupata e indaffarata e non affronta né guarda la morte come una parte importante della propria vita. Questo di fatto significa che noi non apprezziamo e non godiamo della vita quanto dovremmo. Dal mio viaggio in India in poi ho sempre pensato al significato di vita e morte che giacciono fianco a fianco.

Quando è nato mio figlio, ero lì con mia moglie. Guardando mio figlio appena nato, ho realizzato quanto vicine fossero vita e morte. Ero così contento di vedere mio figlio e non avrei potuto essere un uomo più felice. Ma allo stesso tempo mi sono reso conto che la morte porta con sé la stessa importanza che ha la nascita.

D. Conosceva o era già informato riguardo al lavoro del “nokanshi” (la persona che lavora per la preparazione cerimoniale dei corpi dei defunti prima di porli nella bara)?

La prima volta che mi sono realmente interessato al lavoro dei “nokanshi” è stato quando ho letto il libro “Coffinman (L’uomo che mette nella bara): Il giornale di un becchino Buddista” di Shinmon Aoki. Ero profondamente commosso da questo libro. Così ho cominciato a riflettere sulla vita e sulla morte. Ero completamente affascinato dal libro e dal lavoro del preparatore dei cadaveri.

Ho cominciato a pensare ad un film basato su questo libro dal primo momento in cui l’ho letto.

D. Ha realmente studiato la cerimonia del ‘nonkashi’ o ha partecipato alla cerimonia?

Quando mi è stato offerto di fare il personaggio in Okuribito (Departures), come può immaginare ho dovuto imparare a fare il “preparatore”. Così ho accompagnato un “preparatore” di professione e ho imparato come un professionista svolge il rituale. Ho tentato di catturare l’eleganza e la bellezza della cerimonia cercando di apprendere il più possibile.

Ho anche partecipato in segreto alla cerimonia vera, nel corso della quale il preparatore professionista stava veramente svolgendo il rituale davanti alla famiglia in lutto. Nell’osservare il rituale mi è risultato sempre più chiaro che il rito della preparazione dei defunti era estremamente artistico, proprio come la cerimonia del the. È una cerimonia calma e richiede raffinate capacità. Ero affascinato dal fatto che il rito fosse svolto in completo silenzio. Mi ha davvero ricordato la cerimonia del the.

D. Come sceglie i personaggi da interpretare e come cala se stesso nelle parti?

Creare un personaggio per me è sempre un’ardua battaglia. I personaggi non sono mai facili. Durante le riprese soffro sempre molto. Non è una cosa che riesce facilmente.

DEPARTURES

Ma siccome passo attraverso tanto dolore e tanti sforzi, quando trovo gioia e pace nel percorso lo posso apprezzare ancora di più. Ad ogni modo, non sono serio tutto il tempo. C’è decisamente anche una parte punk in me. Vorrei mostrare questa parte di me in un altro film un giorno.

D. Pensa che questa sia stata la sua miglior performance di sempre?

Quando mi viene chiesto quale sia la mia miglior performance, non so come rispondere. Quando gli veniva chiesto quale fosse il suo film preferito, Charlie Chaplin era solito rispondere “il prossimo film”. Vorrei sentirmi allo stesso modo dato che mi piacerebbe pensare che la mia migliore interpretazione debba ancora arrivare. Non avrei mai pensato durante le riprese che questo film sarebbe stato un grande successo o sarebbe andato così lontano, come invece ha fatto (arrivando anche agli Oscar).

Commento di Motoki – Dopo il premio Oscar come Miglior Film Straniero (27 Febbraio, 2009)

“Il film parla della vita e della morte che può essere percepita in modo molto personale. Ero molto commosso da come la gente (di culture diverse) ha accolto il film e credo anche che la delicata umanità con cui questo tema è stato mostrato e la luce calda che ha saputo gettare su questo soggetto possano essere stati recepiti dal pubblico con una certa sorpresa. Vivere con la gioia e la responsabilità di aver ricevuto un Oscar d’ora in poi sarà probabilmente una nuova sfida per me.”