Godzilla è morto, viva Godzilla
Cosa sanno dei film giapponesi i non-giapponesi, sia occidentali che da altre regioni del mondo? E della cultura pop giapponese? Sicuramente più di quello che sapevano un decennio fa, ma proviamo essere realisti: andate da una qualsiasi famiglia italiana (sia di sinistra che di destra, non importa) e chiedete loro il nome di un attore giapponese. C’è una buona possibilità che vi rispondano: Godzilla (Bruce Lee non conta).
Chi altri? I film in cui recita il Grande G e i suoi amici mostri meno famosi sono forse gli unici non di animazione che questo paese abbia mai visto, a meno che non la famiglia in questione non abbia noleggiato quella unica copia di “I Sette Samurai” o "Kyashan - La rinascita " dal vicino Blockbuster.
Inoltre oggigiorno, 50 anni dopo il suo debutto nel film del 1954 di Ishiro Honda "Gojira” (Godzilla – Il Re dei Mostri), l’omonima lucertolona si è ritagliata uno spazio a parte fuori dalla serie di film per lo più brutti e mediocri ed è entrata nel regno delle icone, a fianco di Topolino e Marilyn Monroe. Addirittura, come loro, sfoggia una stella sul marciapiede della Hollywood, la Walk of Fame. Il fascino di Godzilla è facile da capire, anche per i più piccoli: Lui è un rettile grande e squamoso, che ruggisce come acciaio torturato, respira fuoco atomico e calpesta le città con gioia feroce. Come potrebbe non piacervi?
Nel passato, quand’ero bambino in una piccola città in Ohio, lo consideravo materiale da incubi. Ma allo stesso tempo volevo diventare lui. Calpestando cortili e giardini, facciate di case e colline, mi sentivo immenso e potente (rimanendo poi con i sensi di colpa per le povere formiche schiacciate). Tuttavia incoraggiare la violenza nei bambini non era nelle intenzioni di Honda e dei suoi collaboratori a dellaToho, tra cui il supervisore degli effetti speciali Eiji Tsuburaya ed il compositore Akira Ifukube.
Godzilla può essere stato ispirato da "King Kong" e "Il risveglio del Dinosauro" – un film del 1953 su di un animale preistorico che si risveglia dal ghiaccio dopo un’esplosione nucleare e terrorizza la città di New York – ma il suo obiettivo era far conoscere, attraverso una protesta cinematografica, gli orrori della guerra nucleare.
La sequenza di apertura del film, nella quale il Godzilla sorge dalle profondità dell’ oceano, fu un riferimento diretto a una bomba H testata nell’atollo Bikini il 1° Luglio 1954, la cui pioggia radioattiva fece ammalare 23 pescatori giapponesi in una barca chiamata il Dragone Fortunato. A Hiroshima e Nagasaki, dove la memoria delle bombe atomiche era ancora fresca, l’opinione pubblica reagì alle notizie sentendosi offesa ed oltraggiata.
Ri-editato e titolato di nuovo "Godzilla, il Re dei Mostri" per la sua uscita americana nel 1956, con pellicola aggiunta da Raymond Burr nella parte di un cronista che visita il Giappone, il film ha perso molto del suo messaggio anti-nucleare. Per gli americani fu solo un film strano con un mostro che, in modo elettrizzante, mangiava pallottole per colazione e, per parafrasare la copia del poster, faceva sembrare King Kong un nano. Godzilla morì alla fine, vittima di un gadget chiamato distruttore di ossigeno, ma uscì vincitore alla battaglia del botteghino.
La Toho cominciò a sfornare film con mostri, con e senza il Grande G, diventato il più grande successo internazionale nella sua storia aziendale. Invece di mettere un mostro contro nemici umani, di solito le sventurate Forze di Auto-Difesa, la Toho oppose un mostro ad un altro, imitando le partite professionali di lotta libera seguite da milioni di spettatori sull’allora nuovo mass-media, la televisione.
Inoltre, invece di attrarre gli adulti più raffinati e intellettuali, appiattiti da romantico tragicismo, questi film puntavano sull’interesse di bimbi accompagnati da genitori costretti con la forza, oppure, come gli agenti Toho preferivano dire, sul mercato familiare. L’ uscita più significativa e popolare di questo periodo fu nel 1962 con Il trionfo di King Kong (Kingu Kongu tai Gojira) incentrato sulla battaglia titanica tra Godzilla e il suo peloso senpai all’ ombra del Monte Fuji.
Dalla metà degli anni `70, comunque, la Toho esaurì le idee, mentre i suoi primitivi effetti speciali da “uomo in calzamaglia e costume” furono surclassati dal Hollywood. Lo Squalo di Steven Spielberg, con il suo mostro terrificante dalle profondità, fece sembrare Godzilla che calpestava modellini di città più puerile del solito. Dopo che Honda girò Mekagojira no Gyakushu (Distruggete Kong! La Terra è in pericolo) un film del 1975 che mise di fronte al Grande G il suo equivalente massiccio dinosauro cyborg , Titanosaurus, la Toho mandò in pensione il suo più famoso personaggio.
Rimase nel limbo fino al 1984, quando ritornò, a gran richiesta, per Gojira (Godzilla 1985), un film omaggio uscito nel trentesimo anniversario, in cui il Grande G appare di nuovo come solista. La Toho guadagnò 1,7 miliardi di yen, la seconda più alta somma per un film domestico, e si sentì incoraggiata a rilanciare la serie con budget più grandi e effetti speciali più realistici.
I film di Godzilla nei tardi anni ‘80 e ‘90 riciclarono personaggi dal periodo classico, inclusi King Ghidorah (1991), Mothra (1992) e Mecha-Godzilla (1993). Furono pure distribuiti all’estero, ravvivando l’interesse per la serie da parte di una nuova generazione di fan stranieri.
La Toho ha persino autorizzato il personaggio per una versione hollywoodiana del 1998 con la regia di Roland Emmerich (lo stesso del famoso "Independence Day") con protagonisti Matthew Broderick e Jean Reno. Il piano era di far girare una nuova serie con il Godzilla americano che la Toho avrebbe distribuito a livello nazionale. Invece il Godzilla di Emmerich, un mostro che assomigliava a un’iguana ballonzolante, fu detestato dai tanti affezionati fan ed si rivelò una delusione al box-office.
La Toho ha fatto ripartire la produzione delle serie con il Gojira 2000 Mireniamu (Godzilla Millennium) ma non è riuscita a mettere fine alla sua caduta di popolarità post-millennio nemmeno appaiandolo al cinema, in modo avvilente, con due spettacoli al prezzo di uno, con Hamutaro, un criceto in cartone animato che ha generato un telefilm molto popolare e attività promozionali dai lauti guadagni.
Così il produttore veterano delle serie Shogo Tomiyama ha annunciato in marzo che il 28° film di Godzilla, intitolato Godzilla Final Wars, sarà l’ ultimo. "Siamo arrivati al punto di non poter creare un Godzilla veramente nuovo, uno mai visto prima" ha spiegato Tomiyama. Sotto la regia di Ryuhei Kitamura, uno specialista del genere d’azione creatore di, tra gli altri, "Versus", " Sky High - Scuola di superpoteri" e "Azumi". Godzilla Final Wars si riproponeva di essere la spinta definitiva, con mostri ed attori da precedenti episodi, coinvolti per dargli un gusto "The best of".
E’ difficile credere che il Grande G rimarrà in pensione come Mike Tyson: la nostalgia dei fan ed il morale della Toho lo riporteranno indietro anche ricorrendo alla violenza. In una conferenza stampa l’8 dicembre 2004 Tomiyama non ha del tutto messo fine a questa speranza. “Il nostro obiettivo non era di fare l’ultimo film di Godzilla, ma il migliore” ha spiegato". Proprio per questo motivo, ora che abbiamo fatto il miglior Godzilla di sempre, non ne potremo più fare, almeno per questa generazione. Quando i bambini mi chiedono se vedranno di nuovo Godzilla, gli dico che quando saranno cresciuti potranno creare un nuovo tipo di film di Godzilla. Non vedo l’ora di vedere cosa inventeranno".
Un apparente ostacolo per un ritorno di Godzilla è la tradizione della Toho dell“uomo in costume”, che definisce il personaggio e lo rende allo stesso tempo datato. La prossima generazione, cresciuta con spettacoli animati in 3D, sarà ancora entusiasta nel vedere un Grande G in costume calpestare carri armati giocattolo? Alla stessa conferenza stampa, il supervisore degli effetti speciali di "Final Wars" Eiichi Asada ha difeso la tradizione come un qualcosa che fa gioire le persone: "E’ stato creato un personaggio molto amato, chiamato Godzilla", ha affermato, "il costume aggiunge un certo gusto" che la grafica digitale non potrebbe mai replicare. Il regista Kitamura ha appoggiato la dichiarazione di Asada dichiarando che "Il fatto che una persona umana sia dentro [il costume] ti fa sentire un’energia umana".
La Toho sente sicuramente un tipo di energia, quella del box-office. "Final Wars" ha colpito nel centro già dalla sua uscita il 4 Dicembre, guadagnando 200 milioni di yen solo nel primo fine-settimana, rendendo probabile che la Toho riesca a recuperare il suo budget produttivo di 2 miliardi di yen: un costo doppio della media della serie. Nel frattempo la Toho ha firmato un accordo di distribuzione per la maggior parte del territorio asiatico, incluse Cina, Corea del Sud e Taiwan, mentre sta negoziando con parecchie grandi case produttrici di Hollywood per una distribuzione Nord Americana. "Il nostro obiettivo è che 'Godzilla: Final Wars' diventi n.1 al box office americano" ha detto Kitamura.
Dato il successo americano di "La tigre e il dragone" di Ang Lee e di "Hero" di Zhang Yimou (quest’ultimo il primo film asiatico sottotitolato a raggiungere l’ambito n. 1 al box-office) l’obiettivo di Kitamura non è così impossibile come lo sarebbe stato un decennio fa, quando i film asiatici negli USA erano prevalentemente la mania di alcuni seguaci otaku. "Abbiamo creato un film che speriamo sarà amato in tutto il mondo" ha detto Kitamura . Presumibilmente i fan a New York, Shanghai, Sydney e altre città straniere dove i mostri del film imperversano, sentiranno una spinta nell’ orgoglio civico, e saranno presenti al cinema.
Anche se Godzilla forse è ancora una potenza al box office, in Giappone e altrove, la minaccia nucleare che una volta simbolizzava ha assunto oggi una forma diversa, più umana. I costruttori e i fattorini delle odiate testate nucleari non devono essere alti 10 piani, ma anche così l’attrattiva di Godzilla è più primitiva dell’ultima moda del terrorismo.
Il suo passo echeggia nel corso dei secoli, dall’incontro di Jack l’Ammazzagiganti col gigante fino alla battaglia di Ulisse contro i Ciclopi. "Godzilla ci ricorda che siamo piccole, indifese creature" ha detto Asada. "Godzilla è molto più grande di noi, e ci mostra che le nostre azioni sono di limitata importanza. Riflettete sul suo nome: "God", il prefisso del suo nome, vuol dire Dio in inglese".
Mercoledì, 15 dicembre 2004
Di MARK SCHILLING
Sito del testo originale: http://search.japantimes.co.jp/member/member.html?ff20041215a1.htm |