Gli idol giapponesi
Un aspetto rilevante nella cultura dell'entertainment giapponese è senza dubbio rappresentato dal fenomeno degli idol, tendenza tanto diffusa in patria quanto spesso incompresa al di fuori di essa.
Chi sono gli idol? Tendenzialmente ragazzi e ragazze che vengono assunti molto giovani dalle loro agenzie e fatti debuttare all'età media di 13-14 anni; cantano, ballano, recitano in film e drama, compaiono in miriadi di spot pubblicitari, sono spesso ospiti di numerosi programmi televisivi e, nella maggior parte dei casi, ne conducono anche di propri. Attualmente le agenzie di idol più famose sono l'Hello!Project (Morning musume, Buono!, Berryz Kobo…) e la 48 family (AKB48, SKE48, NMB48…) per le ragazze, e la Johnny's Entertainment (SMAP, Arashi, KAT-TUN…) per i ragazzi, ma ne esistono anche di minori e molto meno conosciute. La forza scatenatrice di questo vasto e imponente fenomeno si ha a partire dagli anni '70 grazie a programmi televisi quali Star tanjou! e Miss Seventeen, equivalenti degli attuali Amici o American idol. Il primo ha portato alla nascita di talenti quali le Pink Lady, un duo pop nato alla fine degli anni ’70, e Momoe Yamaguchi (una delle cantanti giapponesi di maggior successo, attiva dal 1972 al 1980), dal secondo escono invece la sempre popolare Seiko Matsuda (il suo successo ha raggiunto livelli talmente elevati da essere soprannominata “l’idol eterna”) e le Onyanko Club, un gruppo formato da ben cinquantadue ragazze, e il primo a introdurre in Giappone il sistema dei sottogruppi, oggi molto utilizzato dalle agenzie di idol femminili.
In questo periodo si assiste a un vero e proprio boom degli idol e negli anni '80 nomi come Masahiko Kondo, Hikaru Genji (gruppo della Johnny’s Entertainment attivo tra il 1987 e il 1995, famosi ancora oggi per le loro performance sui pattini), Akina Nakamori e la già citata Seiko Matsuda sono sulla bocca di tutti, per non parlare, ovviamente, di tutte le classifiche. Inoltre, se inizialmente nascono quasi esclusivamente come star musicali, in breve tempo il loro successo raggiunge picchi talmente elevati da estendersi, a partire dalla fine degli anni '80, anche ai campi del cinema e della televisione, passando per l’animazione e i videogiochi, fino alle riviste di moda. Periodi di crisi non sono certo mancati, come quello della seconda metà degli anni '80 con il boom di band quali X-Japan, B'z (duo rock formato dal noto chitarrista Tak Matsumoto e dal vocalist Koshi Inaba, ancora oggi il gruppo con le vendite più alte di tutti i tempi in Giappone) e LUNA SEA (uno dei gruppi più influenti sulla scena visual kei); ciò nonostante il mercato degli idol giapponesi non è mai scomparso definitivamente, alternando momenti di stallo ad altri di crescita inarrestabile, fino a raggiungere il suo apice ai giorni nostri con i record di vendite di gruppi quali Arashi e AKB48, un gruppo formato da 48 ragazze con base ad Akihabara, da cui AKB. Ma perché piacciono tanto? Spesso si sente dire: "Non sanno cantare", "Non sanno recitare", "Vendono solo per il loro aspetto esteriore"… Certo, non possiamo completamente smentire queste considerazioni, d'altra parte quella di "vendere un'immagine" è la prerogativa che sta alla base del concetto stesso di "idol”.
Bisogna però tener conto di un fattore molto importante: gli idol non sono cantanti, né musicisti, né ballerini professionisti (sebbene anche tra loro sia possibile trovare diverse persone di talento), sono entertainer. Le loro canzoni sono spesso orecchiabili e piacevoli per poter raggiungere un pubblico più vasto. Non si supporta un idol solo per la sua attività musicale ma lo si segue nei vari programmi televisivi, conoscendone il personaggio, vedendolo crescere e maturare nel corso della sua carriera e pian piano intraprendere la via che più gli interessa. Un idol non deve per forza essere di bell’aspetto ma sembrare una persona perfettamente normale, raggiungibile. Il suo ruolo è quello d'intrattenere la gente, di farla divertire, e donare ai fan la possibilità di credere nei propri sogni, anche se dovesse rendersi necessario illuderli di essere a loro esclusiva disposizione (da qui il divieto, soprattutto per le ragazze, di mostrarsi in un’aperta relazione sentimentale). Un idol, in parole povere, vende sogni. E in una società come quella giapponese, che tende sempre a tenerti sotto pressione, questi ragazzi e ragazze diventano un piacevole diversivo per staccare dalla quotidianità e regalarsi un sorriso.
Mami
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