Il cammino per diventare geisha
Il cammino da percorrere per affermarsi come geisha era tutt’altro che breve e semplice. Molte ragazze venivano pertanto affidate nelle mani dei proprietari delle case delle geisha (note con il termine di Okiya) nei quartieri specifici dedicati a queste attività (conosciuti come Hanamachi o “quartieri dei fiori”) sin dagli 8-9 anni, ma con il tempo e con l’introduzione della legge contro lo sfruttamento minorile (legge del 1950), il limite minimo di età per intraprendere la vita della geisha venne imposto a 18 anni (17 a Gion, il più famoso hanamachi di Kyôto).
La giovane che diventava apprendista geisha veniva chiamata maiko (舞子) e diveniva da un lato parte integrante della gerarchia familiare dell’okiya, dall’altro si impegnava in un vero e proprio contratto con la stessa casa, la quale provvedeva a garantirle vitto e alloggio, pagando i costi dei suoi studi, dei suoi kimono e degli accessori necessari alla professione. Essendo un percorso di studi molto costoso, la giovane apprendista avrebbe potuto liberarsi dal contratto soltanto una volta che avesse risarcito la propria okiya dei costi di mantenimento fino a quel momento; data la difficoltà di adempiere a questo contratto molte geisha di fatto venivano vincolate a vita a questo ruolo.
Inizialmente i compiti di una maiko sono detti minarai (見習い) ossia “imparare guardando”: le è proibito prendere parte ai compiti di una geisha sua tutrice (nella gerarchia familiare che si viene a creare questa sua superiore viene chiamata onee-san) e grazie a questa partecipazione alle cerimonie può imparare le arti del mestiere di geisha messe in pratica da chi è più esperta.
Dopo circa un mese di solo minarai un’apprendista alle dipendenze della propria okaa-san (madre responsabile dell’okiya) o della sua più diretta onee-san diventa una maiko completa, e da questo momento in poi il suo apprendistato non sarà limitato all’osservazione della superiore, ma sarà questa a spiegarle i trucchi e le tecniche di intrattenimento più coinvolgenti e accattivanti, ad indottrinarla all’uso di un linguaggio aulico e spiegarle ciò che non può apprendere dagli studi teorici. Il legame tra le due figure (che si comportano come due sorelle vere e proprie) è importantissimo, profondo, e dal successo dell’insegnamento dipende non solo il futuro della maiko ma anche il prestigio della onee-san: non solo l’apprendista impara l’arte del versare il tè, del suonare lo shamisen e del recitare poesie, ma le viene anche cambiato il nome in modo tale che nel nuovo compaia un kanji presente in quello della sua onee-san. Questo nome professionale è importantissimo, sancisce un legame ancora più profondo e vincola le due figure in un rapporto ancora più stretto di quello avuto fino a quel momento.
Il suo indottrinamento nelle arti di una geisha dura fino all’età di 21-22 anni circa, età in cui una maiko diventa una geisha completa, ottenendo il diritto di guadagnare il 100% dei ricavi dalle sue performance (fino a quel momento le è destinato solo un terzo del totale ricavato dalla sua onee-san) e rimane in questo stato fino a quando non ha ripagato il debito con la sua okiya.
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