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Introduzione all’Irezumi.

Un tatuaggio tradizionale giapponese solitamente ricopre l’intero corpo, o almeno gran parte di esso. Ci sono diversi schemi di tatuaggio, incluso il kame (schiena a tartaruga), ma di solito il tatuaggio si estende dal collo a sotto le natiche, piu’ parte di braccia e petto. Quando un cliente scelga di farsi tatuare solo un braccio e una spalla, chiedera’ un katate-bori (disegno di un solo braccio) ma il tatuatore si riferira' al proprio lavoro come ad un katate-ochi (omissione di un braccio) indicando che l’unico vero disegno e’ quello del corpo compelto.
Per questo intraprendere un irezumi e’ un affare serio, che richede molta preparazione. Prima di tutto, si deve trovare un horishi, e sebbene alcuni horishi abbiano di questi tempi siti web o distribuiscano volantini, il modo piu’ comune e classico e’ trovare un horishi grazie alla presentazione di un altro cliente. Si deve poi visitare lo horishi che decidera’ se tatuarvi o meno.
In ogni caso gli horishi vengono chamati sensei (maestro), e rimane sua la decisione finale di procedere con il tatuaggio; attraverso gli incontri successivi le cose procedono in maniera assai formale, con molti inchini e umilta’ da parte del cliente. Sebbene il cliente possa dire la sua sul disegno che vorrebbe tatuato, questo viene solitamente scelto da una collezione di libri, tutti disegnati dal maestro e ispirati da temi tradizionali. Tra i soggetti preferiti si trovano tigri, dragoni, fiori, carpe, eroi del folclore dai Suikoden o stampe su blocchi di legno del periodo Edo. Il cliente puo’ commissionare un nuovo disegno e anche questo aggiunge tempo e sforzo nell’acquisizione del tatuaggio.
Una volta che si e’ scelto il disegno, vengono tratteggiati a mano libera i contorni sulla pelle del cliente, in origine questo veniva fatto con sumi (inchiostro) ma al giorno d’oggi piu’ probabilmente con una penna con punta di feltro, dopodiche’ il tatuaggio puo’ essere iniziato.
Tra gli strumenti che un horishi usa troviamo gli hari (aghi) di metallo attaccati con filo di seta in gruppi che variano da due a dieci a seconda dello spessore della linea da incidere. Al giorno d’oggi maestri come Horiyoshi III (un horishi conosciuto a livello mondiale, con idee avveniristiche) usano strumenti con clip di metallo anziche’ fili di seta cosi’ da poter rimuovere gli aghi per sterilizzarli, evitando cosi' il rischio di malattie infettive del sangue quali il virus HIV.
Lo strumento viene usato con la mano destra, un pennello e’ caricato di sumi e tenuto tra anulare e mignolo della mano sinistra e gli hari vengono passati prima sull’inchiostro e poi inseriti sotto pelle. Completato il contorno dell’irezumi lo horishi comincia a ombreggiare il disegno finale, con un procedimento detto bokashi. Vengono usate diverse tecniche per questo processo, la prima e’ chiamata tsuki-hari o imo-hari e gli aghi sono semplicente spinti dentro e tirati fuori. Questa tecnica relativamente semplice non riesce a garantire una profondita’ costante e per questo e’ usata di solito solo per riempire di colore grandi superfici. Per ottenere un effetto ombra piu’ graduale ed un controllo piu’ preciso della profondita’ degli aghi viene usata una tecnica chiamata hane-bari; in questa gli aghi sono inseriti ad angolo con un movimento saltellante. Una certa quantita’ di sangue rimane sulla superficie e viene costantemente lavata via dallo horishi, in generale e’ considerata cattiva forma il vedere piu’ sangue del minimo necessario.
L'intero processo di un irezumi puo’ durare anche un anno o svariati anni, il cliente deve tornare circa ogni settimana, quando ha tempo e denaro per poter procedere con il disegno.
Dato che Horiyoshi III, che si impegna in maniera particolare nel tenere bassi i prezzi per amore della tradizione, fa pagare 10.000 yen all’ora e ogni trattamento dura varie ore, tatuarsi si rivela costoso in termini sia di denaro che di tempo. Durante il processo di tatuazione si crea un legame forte tra lo horishi e il cliente, che spesso ritorna a visitare il maestro e gli porta regali in occasioni speciali. Horiyoshi III organizza incontri regolari per i suoi clienti ed e’ possibile ammirarne le foto sulle pareti del suo studio. Proprio a causa di questa vicinanza gli horishi preferiscono scegliere attentamente chi tatuare. Si noti che una volta completato il lavoro, il cliente non considera di possedere il tatuaggio, quanto di essere diventato un’opera d’arte dello horishi. Joy Hendry commentava nel 1992 che “quando ho chiesto se potevo fotografare il suo lavoro, e di conseguenza il corpo dei clienti, la decisione di permettermelo e' stata sua, senza alcun riferimento alle tele". Senza dubbio quando l’irezumi e’ terminato diventa un’opera d’arte ed il rispetto portato all’artista non e’ esagerato. La strada da percorrere per diventare maestro di irezumi o horischi e’ lunga e tortuosa. Spesso e’ un’arte trasmessa di padre in figlio, e fin da giovani si diventa deshi (apprendisti). Per i primi due o tre anni il deshi vivra’ nello studio anche se non e’ un membro della famiglia con legami di parentela, prendendo le prenotazioni, pulendo, cucinando e macinando faticosamente l’inchistro usato per i tatuaggi, in un processo conosciuto come heya-zumi (vivere nella stanza). In questo periodo e per molti anni a venire il deshi perfezionera’ i propri disegni in un libro con l’aiuto del maestro, prima di poter avere il permesso di tatuare i daikon (ravanelli giapponesi) e poi riempire i blocchi di colore sui clienti del maestro.
Solo quando sara’ un tatuatore affermato ricevera’ su di se il nome della famiglia di horishi. Gli horishi generalmente hanno gruppi famigliari simili a quelle dei mafiosi yakuza. Mentre c’e’ solo un oyabun (genitore/boss) in un’area, i suoi apprendisti che raggiungono la maturita’ prenderanno il nome di famiglia e opereranno in studi separati in un’area simile. I nomi usati dagli horishi iniziano con l’ideogramma "horu" (incidere o scolpire) mentre la seconda parte verra’ presa da parte del vero nome del proprio maestro. Cosi’ e’ possibile avere Horiyoshi di Yokohama, Horishi di Tokyo, Horibun e Horiichi. In alcuni casi il nome non cambiera’, ma il deshi diventera’ semplicemente hori~ il secondo, terzo o quarto. Il figlio di Hori~II diventera’ sempre Hori~III prima di qualsiasi parente non di sangue che sia stato suo deshi. Horiyoshi III e’ un caso speciale, ha ricevuto il titolo di Horiyoshi III dato che Horiyoshi II non aveva un figlio. Il suo sforzo per diventare deshi e’ un esempio dell’impegno e dedizione necessari per entrare un questo gruppo elitario di artisti.

All’eta’ di circa 16 anni, volevo provare a tatuare io stesso, cosi’ ho legato un ago da seta sulla punta di una bacchetta per mangiare con del filo, e ho provato a tatuare il mio corpo; un amico che mi ha visto mi ha chiesto di tatuarlo ed e’ cosi’ che ho iniziato a tatuare altre persone.
"Quando sei diventato apprendista?"
Prima di tutto, quando avevo 22 anni, ho scritto una lettera ad un horishi ad Asakusa dicendo che volevo diventarne l’apprendista ma sono stato rifiutato, mi hanno detto che non prendevano apprendisti. Ho rinunciato, ma non riuscivo a controllare il mio desiderio di diventare horishi a qualsiasi costo. Cosi’ ho scritto un sacco di lettere a Horiyoshi a Yokohama, ma non ho mai ricevuto risposta. Cosi’ ho pensato "non mi risponde, meglio che vada direttamente la’". L’ho chiamato. Horiyoshi II era appena partito per un viaggio e Horiyoshi I mi ha chiesto "Sei riuscito a fare soldi per gli horimono nella tua zona?" Quando ho risposto "si', un po’" mi e’ stato risposto "Se riesci a guadagnare soldi sei gia’ uno di noi, ma se nonostante questo ti abbassi a dire che vorresti diventare apprendista lavorando gratis, beh questo e’ grandioso". Cosi’ ho avuto il permesso di diventare suo apprendista. Avevo 25 anni.
16 sai no koro, to ni kaku jibun ni shisei wo irete mitakute, waribashi no saki ni kinu wo ito de makitsuketa yatsu de jibun no karada ni tameshi horishiteitara, sore wo mita tomodachi ga horitte kurete iidashita, sore ga tanin ni horiittehajimete dattan ne.
Deshi hairi wo sareta no wa itsu desu ka?
Mazu 22 sai no toki, Asakusa no horishisan ni deshi ni naritaitte iu tegami wo kaita no da kedo, kotowararechattanda yo ne. Deshi totte nai karatte. Sore de akirametetanda kedo, dôshitemo horishi ni naritaitte iu ganbô ga osaerarenakunachatte, sore de, Yokohama no Horiyoshi no tokoro ni nando ka tegami wo kaita no da kedo ikai ni henji ga konakattan da ne. Sore de "henji kurenain da kara, chokusetsu ikô" tte omotte, tazunetan da yo. Sôshitara, chôdô, nidaime ga tabi ni deteta toki de, shôdai "omae ha jimoto, ja horimono de kane wo totterun darô." To kikarete "Hai sukoshi." to kotaetara "kane ga toreru nara mô ichinin mae da ha, sore de mo aete, kane wo torenai deshi ni naritai to iun da kara erai."tte iwarete, deshi ni naru koto wo kyoka shite morattanda yo. Sore ga 25 sai no toki datta ne.


Nonostante ci siano stati cambiamenti nei metodi di sterilizzazione degli strumenti, nel modo in cui gli horishi sono piu’ propensi a pubblicizzarsi con discrezione e perfino nell’uso da parte di alcuni artisti di una macchinetta elettrica per completare alcune parti dei loro tatuaggi, il rituale di base, il procedimento e i disegni degli irezumi sono rimasti immutati per secoli. Rimane la cultura delle porte chiuse, del fare tutto secondo la tradizione e del preservare questa forma d’arte sullo stesso livello di come viene fatto per l’ikebana (disposizioni floreali) o il chadô (cerimonia del te).
Nonos tante cio’ i tatu in stile occidentale hanno avuto un portentoso aumento di popolarita’ e, mentre sono ancora abbastanza rari, compaiono sempre piu’ spesso tra i giovani. L’effetto che questo ha sul tatuaggio tradizionale non e’ ancora stato documentato e i risultati di questa ricerca verranno discussi piu’ avanti, nel capitolo “L’influenza del tatuaggio occidentale sull’irezumi e viceversa”. Con la crescita del tatuaggio occidentale, l'aumento dei mass media come internet che facilitano la globalizzazione culturale e un crescente interesse in occidente per l'irezumi, esiste il pericolo che questa tradizione unica cessi di esistere nella sua forma piu' tradizionale. A dire il vero i confini tra occidente ed oriente stanno gia’ sbiadendo e compaiono cambiamenti nei disegni e nelle tecniche. L’irezumi ha comunque sopravvissuto, in una forma o un’altra, a varie traversie e momenti difficili.

A seguire: La storia del tatuaggio giapponese...