GEMINI
Il nuovo film del regista Tsukamoto Shinya, autore di Tetsuo (e chi mai potrà togliere l’ etichetta “regista di Tetsuo" che accompagna il suo nome), è tratto da una storia di due gemelli di un romanzo di Edogawa Ranpo, celebre scrittore di romanzi polizieschi il cui nome è peraltro uno pseudonimo che richiama il celebre Edgar Allan Poe.
Si tratta di una storia di due gemelli separati alla nascita, il primo cresciuto nel lusso e che diventerà un medico, il secondo che invece vivrà da criminale (con un profondo sentimento di rivincita) dopo essere stato abbandonato a causa di un marchio indelebile sulla gamba raffigurante un serpente. La vicenda non si risolve in tempo breve, perchè il gemello “cattivo” anziché vendicarsi uccidendo l’altro fratello lo scaraventa in un pozzo, tenendolo in vita per raccontargli giorno per giono la sua vita “al posto suo”, persino i rapporti sessuali con la moglie (alla Face/Off). Gli effetti di tenebra, di inquietudine e anche il fatto che entrambi i fratelli siano sprovvisti di sopracciglia fanno parte del genio di Tsukamoto. Il protagonista del film è l’attore Motoki Masahiro (a.k.a. Mo-kun), e nel cast compaiono anche Asano Tadanobu e Takenaka Naota (compagno di Mo-kun nel film Gonin ).
GODZILLA
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GOHATTO
Il nuovo film di Ojima del 1999, regista di In The Realm of the Senses e Merry Christmas Mr. Lawrence (il suo primo film da Mr. Lawrence, 1983), “Gohatto” è un intreccio politico che si svolge all’interno di un dormitorio di samurai, e che si focalizza sul bel samurai giovane e idealista (Matsuda Ryuhei, interpretato dal figlio dall’ attore veterano Matsuda Yusaku, una celebrità in Giappone e che morì di cancro dopo aver compiuto il film Black Rain di Riddley Scott) e le attenzioni prestategli dal suo superiore omosessuale. Takeshi Kitano interpreta il patriarca che deve prendere la decisioni più difficili, il suo ruolo più sottomesso negli ultimi anni. Un film in realtà molto meno complesso di quanto uno spettatore potrebbe aspettarsi, che scorre bene e fluidamente senza intoppi. Alla fine sono rimasto sorpreso che sia finito così velocemente, e anche se non ho ancora saputo interpretare questo film, ho il presentimento che, se verrà tenuto in considerazione, sarà considerato un capolavoro dalle generazioni negli anni a venire.
GOJOE REISENKI
Parla della leggenda dello scontro epico tra il principe Heian Minamoto e il monaco guerriero Benke sul ponte Gojoe di Kyoto, che si trova tuttora sul fiume Kamo a Kyoto (e sulle quali rive ci si può sedere a sorseggiare una birra). Stilisticamente curato nella regia, il film in realtà non è che un continuo bagno di sangue, una strage che compie l’invincibile Minamoto spazzando via con forza e colpi di spada squadre di nemici che gli si frappongono sul cammino, con spruzzi di sangue che con velocità crescente raggiungono anche le cime più alte degli alberi di bambù. Il film in definitiva descrive la morte sul campo di battaglia di fronte ad un implacabile guerriero come il principe Minamoto, il che diventa decisamente noioso al passare del tempo. Il momento del duello finale sul ponte fa sì che ci accorgiamo che il tutto sta per avere una fine. E finalmente.
GONIN
Un intenso film omosessuale di sei vari dipendenti che complottano insieme per derubare un membro della Yakuza – e non è una buona idea. Ha una cadenza inesorabile dall’inizio fino alla fine, mostrando persone che abitano al margine della società, squilibrati e gente esasperata, al punto che vi farà sentire degli stracci ansimanti, distrutti dalla sua visione. Gonin è un film noir che parla dei bassifondi e anche un tipo di film che viene fatto raramente, sebbene analogie superficiali si possono trovare in Reservoir Dogs (che è un film molto più noir). L’adorabile Takenaka Naoto di Shall We Dance? e Shiko Funjatta (a.k.a. Sumo Do, Sumo Don't ) è impressionante nel suo ruolo di disoccupato con una sanità mentale precaria, e stesso si può dire di Takeshi Kitano nel ruolo di un assassino omosessuale.
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