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Earthshaker

earth shaker"EARTHSHAKER" (Nexus, 1983) Attivi già dal ’79, con il futuro Loudness Minoru Niihara nella doppia veste di cantante e bassista, prendono la denominazione definitiva dopo il suo abbandono, ispirandosi a un album degli Y&T, al cui tellurico stile si rifanno su questo promettente album di esordio, che evidenzia una band già rodata.earth shaker group Ruba l’occhio la presenza di un brano scritto per loro da Adrian Smith degli Iron Maiden (“Dark Angel”), ma sono l’epica ‘Wall’ e la potente ‘Marionette’ le tracce di maggior spessore, con il meritorio operato dello shredder Shinichiro Ishihara a lasciare piacevolmente colpiti. I primi tre dischi vengono pubblicati anche earthshaker yeah!in occidente dalla Music For Nations, che cerca attraverso loro di bissare il buon successo dei Loudness, ma il quartetto di Osaka decide in seguito di limitare l’attività sul suolo patrio, dove gode tuttora di consenso imponente, con line-up immutata e uno stile ultimamente più sleaze e pop/metal, come evidenziato dalla recente, ennesima, release, “Quarter”.

Elephant Kashimashi

"Ashita ni mukate hashiru" – Come gli Spitz, gli Elephant Kashimashi scrivono dischi colmi di canzoni pop perfette, una dopo l’altra, con l’unica differenza di possedere un cantante pazzo per la velocita’, che imprime al gruppo un ritmo frenetico e sovraccarico. Questo disco e’ una infinita raccolta di grandi canzoni. Il loro nome significa qualcosa come “elefante che si dibatte”, un gran nome!

“Ashita ni mukatte hashire -tsukiyo no uta” 1997 – Un gruppo sbalorditivo, alla Manic Street Preachers, in un disco di canzoni dense, ben scritte, con gran giri di chitarra e una voce potente. Il cantante Miyamoto Hiroji è pieno d’energia, e ce la fa sentire tutta. Il pezzo iniziale 明日に向かって走れ è senza respiro, una perfetta apertura con voce grintosa seguita da altrettanto grintose chitarre, a dare il tono per l’intero album. Quasi tutte le canzoni sono molto buone, con molto rock e qualche pezzo dolciastro, tutte con voce ruggente e condite da riff di chitarra. Un classico J-pop, con una produzione perfetta.

E’m Grief

"Daze" 2009 – Un inizio pesante, sollevato subito dopo da suoni sintetizzati che tendono per lo più ad imitare un’orchestra di archi. La potenzialità per un buon disco c’e’, sono ad esempio notevoli le schitarrate con voci meccaniche digrignanti in sottofondo e le fughe di tastiera in Eternal Melody; il tutto si perde purtroppo in una confusione di suoni in cui il gruppo non riesce a decidere quale direzione prendere, nel tentativo di prenderle tutte ne esce un suono poco omogeneo e per niente compatto. L’inizio del 5° pezzo (幻想曲-Eternal Silence) e’ pietosamente simile alle miriadi di canzoni delle più banali boyband, alcuni pezzi ricordano la dance europea anni ‘90 (senza raggiungerne l’energia) e altri certe versioni remix techno, il tutto inframezzato da voce potente ma fuori posto, chitarre feroci, e ritmi sintetici senza anima. Forse funzionano meglio i pezzi strumentali che chiudono l’album, dove la fusione tra suoni elettronici ed elettrici sembra più riuscita.

Every Little Thing

“Every Best Single +3”. 1999. Pop estivo e solare, una raccolta di successi dance in cui il sintetizzatore la fa da padrone, coprendo troppo spesso la chitarra ma sottolineando rispettoso la voce; vagamente paragonabili ai Roxette soprattutto quando la chitarra riesce ad emergere dando maggiore energia alle composizioni, ed ai Righeira nei momenti piu’ banali. Perfetti per chi ama il J-pop, la voce è comunque apprezzabile da chiunque.

EX-Girl

“Heppoco Pou”. Come cominciare a descrivere le eX-Girl? Intanto, non hanno niente a che vedere con la linea di moda che segue Kim Gordon e i Beasties Boys. Dopo averci pensato un po’, la mia definizione potrebbe essere “Nina Hagen neo-primitive”! Da non incasellare con questa brutta (e improbabile) etichetta, e tra l’altro chi tranne me ammetterebbe di ascoltare Nina Hagen? Le eX-Girl hanno la potenzialita’ di essere di moda, con il loro oltraggioso stile a tre voci che guaiscono in maniera scompagnata ed eccentrica, ma bizzarramente coinvolgente. Heppoco Pou, loro primo disco, e’ il mio preferito, con canzoni anomale e selvagge – pezzi fondati su una chitarra molto ripetitiva e strani arrangiamenti vocali, che ritroviamo in ogni canzone, e nonostante questo il disco e’ molto vario e sa essere strano senza essere imbarazzante. Uno strano stile di narrare storie, fatalmente, e il rumore dell’intenso giradischi di Otomo Yoshihide in due canzoni, e la loro cover di “Sex Machine” di James Brown, pura magia!! Dieci bei pezzi, con le eX-Girl che suonano tutti gli strumenti oltre a cantare!
 
“Kero Kero Kero”. Altri suoni strani dal gruppo vocale femminile piu’ strano del Giappone. Lamenti mostruosi, urla di guerra da amazzoni o pellerossa, muri di elettronica, percussioni primitive e schotarrate che eccheggiano. Bello! Batteria hard rock e heavy, accordi non convenzionali, cambi di tempo e atmosfere le piu’ disparate, fastidiosi nonsense teatrali a cappella (Tofu Song), cantilene da strghe (Dazzle), ecc. Non ai livelli del loro primo Heppoco Pou, ma con una grande produzione e selvaggiamente interessante. La canzone finale “Space Mushroom” e’ una lunga cavalcata di 13 minuti, da non perdere!
 
“Big When Far Small When Close”. Altra musica incredibilmente strana dal bizzarro trio vocale eX-Girl. Questa volta quasi tutte le 8 canzoni di quest’uscita da 25 minuti sono a capella, forse lo stile musicale che meno mi piace in assoluto. Certo, la particolare Alabama Song e’ buona, ma non al livello di Sex Machine; le versoni di Bowie e dei Doors del classico di Brecht/Weill sono molto migliori. Noioso. Non ascoltate questo disco prima degli altri lavori delle eX-Girl.

Exist † Trace

“Recreation Eve”. 2008. Raccolta di singoli per un gruppo tutto al femminile dedito ad un heavy metal suonato come si deve, senza troppe concezioni ad influenze punk o pop. Questo viene chiarito sin dalle prime note di questa versione inedita di Judea, che alterna una voce cristallina e limpida ad un cantato brutale e raschiato, condito da chitarre feroci e ritmica incisiva. Un capolavoro. Di canzone in canzone ci immergiamo nel repertorio piu’ tipico dell’heavy, dalle distorsioni ai riff ai virtuosismi tecnici; la voce di Jyou fa la differenza con momenti melodici e caldi, ma quando serve sa sfoggiare un tono death potente o spaventoso, con urla e ringhi che ben si adattano all’atmosfera cupa delle canzoni e del look del gruppo. Completano gli ingredienti basso e batteria che non scompaiono mai in secondo piano ma anzi assurgono spesso al ruolo di protagonisti, e aspettiamo con ansia un disco dal vivo dove possano trovare la loro giusta dimensione. Hai no Yuki e’ una delle piu’ splendide ballate gotiche al femminile, straziante, vagamente dolce ma decisamente sofferta, una voce che vibra e ferisce al cuore, odio e malinconia mescolate al punto giusto per creare una pozione sonora molto velenosa!

“Vanguard -Of the Muses”. 2009. Disco piu’ influenzato dal pop del precedente, meno graffiante, sembra evidente un’influenza degli Evanescence piu’ melodici. Hana no Sakani Machi aggredisce con belle chitarre grintose, e i cori del ritornello anche se orecchiabilissimi sono energici a sufficenza. Lost in Relix e Requiem sono lente e decise, ma rimpiangiamo le atmosfere piu’ cupe dei lavori precedenti.

EZO

ezo discEzo” (Geffen, 1987) Che Gene Simmons abbia saputo gestire al meglio la macchina da guerra Kiss è fuori discussione. Al di fuori della casa madre le soddisfazioni non sono fioccate, né con i  sopravvalutati Black’n’Blue né con i pur meritevoli Silent Rage, i due nomi più noti su cui ha messo le mani come produttore. La cantonata più clamorosa però l’ha presa con questo quartetto di Sapporo, già autore in patria di tre modesti LP col nome Flatbacker, nei quali Gene intravede insospettabili qualità, decidendo di produrgli un album. ‘EZO’, uno dei dischi di japan metal più pubblicizzati in occidente, con tanto di videoclip per il singolo ‘Flashback Heart Attack’, è in realtà un mediocre guazzabuglio, fatto di parti vocali aspre e un songwriting che spazia dall’aggressivo all’anthem-style di chiara derivazione Kiss, ma privo di vera ispirazione.ezo group Il secondo, ‘Fire Fire’ (qui Simmons ha già tagliato la corda), non è affatto migliore e, dopo l’inevitabile scioglimento, il singer Yamada e il batterista Homma entreranno nei Loudness degli anni 90, contribuendo ad affossarli.

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