LA MAGIA DI AKEMI TAKADA
Grandi, splendenti, vivaci occhi alieni invadono il pianeta Terra.
Un bikini tigrato, indossato con disinvoltura e sottile malizia su un fisico estremamente femminile, ipnotizza lo sguardo di tutti i terrestri, mettendo sicuramente in secondo piano quei due simpatici canini che fanno capolino dalla bocca rosea.
Nell’immaginario di ognuno di noi, così si affaccia dai ricordi quell’affascinante e divertente fanciulla dai capelli color verde acqua. Lamù, la ragazza venuta dallo spazio (Urusei Yatsura), caratterizzata da due piccole corna che le permettono di volare e di lanciare scariche elettriche, è ormai una nota più che sonora sul pentagramma di celebri manga.
La storia nasce dalla mano e mente artistica della mangaka (autore di manga) Rumiko Takahashi che, attraverso le sue immagini, racconta, spesso sotto forma di parodia della società giapponese, le avventure di Lamù che, giunta sulla Terra per conquistarla, si innamora dell’incallito dongiovanni Ataru dopo aver frainteso una frase per una proposta di matrimonio. In rocambolesche avventure il ragazzo diverrà il suo “tesoruccio” (ripetuto più volte in tutti gli episodi) e scatenerà continuamente l’ira dell’aliena… Ataru non perde mai il vizio di correre dietro a tutte le ragazze terrestri!
E’ la magia della character designer (chi crea graficamente i personaggi degli anime, i cartoni animati giapponesi) AKEMI TAKADA, però, a renderne vive tutte le espressioni, ad animarne ogni piccolo gesto o sguardo, ad aprire il sorriso sul volto di Lamù, a puntare l’attenzione sullo sguardo imbambolato di Ataru, a caratterizzare maggiormente particolari fisici e caratteriali di protagonisti e comparse che si susseguono di volta in volta nelle più svariate vicende.
Akemi Takada nasce a Tokyo, il 31 marzo 1952.
Laureata nella Tama Art University, nei primi anni Ottanta lascia la casa di produzione Tatsunoko per dedicarsi appunto alla serie animata Urusei Yatsura per lo studio Pierrot, fondato da due ex componenti della Tatsunoko, considerati gli specialisti del genere “maho shojo” (“ragazze magiche”).
Personaggi, i suoi, dolci, sensuali, ragazze molto femminili e mai volgari, dagli occhi che brillano, dalle lunghe e folte ciglia, dalle labbra velate da un delicato rossetto, dalla raffinata, armoniosa eleganza dei movimenti e spesso avvolte dalla luce che solo una bacchetta magica riesce a sprigionare.
“Pampulu pimpalu palimpampum”…una formula magica e la fantasiosa bambina Yu Morisawa grazie ai poteri magici donategli dall’extraterrestre Pinopino, si trasforma nella cantante Creamy.
La serie Maho no Tenshi Creamy Mami, creata dal marito della character designer, viene messa in onda per la prima volta in Italia nel 1985 su Italia1 con il titolo L’incantevole Creamy.
Anche in questo capolavoro televisivo, Akemi Takada imprime tutta la sua fantastica arte colorata.
Se con la mente torno ai miei ricordi di bimba davanti la tv, riesco ancora a catturare la voglia di avere con me i mitici Posi e Nega, i due gattini mandati sulla terra da Pinopino per vegliare su Yu ed aiutarla nella gestione dei suoi nuovi poteri magici; vivo nella doppia vita di Yu e Creamy, custodisco con loro il segreto di non svelare la doppia identità per evitare la perdita dei poteri; mi perdo dietro l’incanto delle semplici ed ingenue parole delle canzoni cantate da Creamy “Sento il mio cuore che batte e forse lui impazzirà, molto forte galoppa e lo fa perchè tu sei qua…”; mi lascio trasportare dalla consapevolezza di non potermi trasformare in un’altra persona ma allo stesso tempo, un’antica e nostalgica fantasia mi suggerisce di poterci riuscire. Creamy incanta tutti col suo fascino, primo tra tutti Toshio, il ragazzo di cui Yu è da sempre invaghita e che diventerà il fan numero uno dell’affascinante cantante.
La serie è pregna di colori, sospiri, sfavillanti magie, mondi incantati, colpi di scena e trasformazioni.
Uno scorrere di emozioni frame dopo frame, episodio dopo episodio, brividi e battiti di cuore dietro le più svariate emozioni di tutti i personaggi, ognuno dei quali viene sapientemente caratterizzato da una propria personalità, energia o caratteristica fisica.
In questi anime si riscontrano costantemente situazioni e sentimenti quotidiani di vita reale…
”Il triangolo no, non l’avevo considerato”… chissà se abbia mai pensato questo Kyosuke, il protagonista di un altro capolavoro animato della Takada.
Kyosuke, Madoka ed Hikaru danno vita al famoso triangolo amoroso nella serie Kimagure Orange Road, E’ quasi magia Johnny in Italia.
Vicende spassose, gelosie ed anche magie(il protagonista è dotato di poteri extrasensoriali che è costretto, come le due sorelle ed il padre, a non utilizzare in presenza di altre persone)fanno da cornice a questo irresistibile trio, un po’ troppo spesso censurato, a mio avviso, nell’anime per adattarlo ad un pubblico di giovanissimi. Lo stile grafico scivola con armonia senza incertezza alcuna, l’autrice non solo ridisegna i personaggi del manga, ma ne crea anche di nuovi, come il paffutissimo gatto Jingoro.
Akemi Takada ha inoltre realizzato molti Art Books (volumi che raccolgono i disegni di un’artista) e fra questi non potevano sicuramente mancare alcuni dedicati proprio a KOR (Kimagure Orange Road) ed in particolar modo alla bellissima e sensuale Madoka colorata di delicati e deliziosi color pastello.
La raccolta delle illustrazioni comprende anche copertine dei CD, VHS e posters…un immenso mondo in cui perdersi incantati e trasognanti…
Il panorama a cui ci ha abituati l’artista è vasto , altre serie animate, altre magie grafiche decorano la sua arte. Non si può non citare Maho no yosei Persia (Evelyn e la magia di un sogno d’amore), la cui protagonista è Persia, figlia di una coppia di nipponici cresciuta in Africa e trasferitasi in seguito in Giappone, una goffa maghetta dai lunghi capelli blu ed il cerchietto magico, accompagnata, in una dimensione tra sogno e realtà, da tre ominidi-tartarughe e dal fedele Simba(una sorta di leone-gatto teletrasportato dall’Africa al Giappone dalla protagonista stessa).
Maison Ikkoku (Cara dolce Kyoko) è dell’86. I toni in questa serie si fanno più delicati e forse più adulti.
Si parla di sesso, alcool, famiglie in crisi e perfino di donne dai facili costumi.
Il tutto condito da musiche e canzoni che donano un certo romanticismo a tutta l’opera.
Un insicuro e povero studente universitario, Godai, è continuamente alla conquista della bella Kyoko, una donna profondamente segnata dai ricordi di un matrimonio finito in tragedia con la morte del marito, ma comunque vivacizzata nel presente dagli strambi inquilini che popolano la Maison Ikkoku e che trovano ogni pretesto per far festa e riunirsi a bere birra e sakè nella camera del povero Godai che non riesce mai a studiare.
L’anno ’89 è l’anno di Ranma Nibunnoichi (Ranma ½).
L’ambiguità tra i sessi la fa da padrone, la trasformazione uomo-donna, donna-uomo non crea, però, mai confusione. Ranma Saotome, esperto di arti marziali, durante un allenamento in Cina, cade in una sorgente dove annegò tempo prima una ragazza, così, a causa di una maledizione, si trasforma in donna ogni volta che si bagna con l’acqua fredda e torna Ranma-ragazzo solo con l’acqua calda.
Dal 1987 al 1994 la creativa Takada collabora con il gruppo Headgear per la saga di Patlabor, un anime robotico incentrato non tanto sui combattimenti quanto sulla vita quotidiana dei protagonisti.
1998. Altro filone magico…è la volta di Maho no stage Fancy Lala (Fancy Lala), più o meno stesso ingrediente di base di Maho no Tenshi Creamy Mami e Maho no yosei Persia; una ragazzina, Miho Shinohara, amante del disegno, si trasforma nell’avvenente Fancy Lala, ingaggiata dapprima come modella e poi come cantante per diventare una idol completa (in Giappone l’idol è una teenager che diventa molto popolare in ambito della musica o della moda…).
Al posto di Posi e Nega e delle tre tartarughine, qui accompagnano la piccola protagonista, due piccoli dinosauri, Pig e Mog che regalano a Miho un album da disegno ed una penna magici con cui potrà trasformare i disegni in realtà. Disegno dopo disegno, la realtà prende le sembianze dei sogni e viceversa.
Tanti i personaggi, gli sguardi, i sorrisi, le lacrime, le anime candide, esuberanti, malinconiche, gioiose, spensierate a cui Akemi Takada offre quel qualcosa che fa la differenza, a cui dona tutta la sua suprema essenza creativa che rimane impressa come marchiata a fuoco dalla sua firma.
Un’artista completa la cui arte si riflette anche nell’ambito dei videogiochi (Eien no Filena, un gioco di ruolo fatto di combattimenti casuali, tanto per citarne uno)…e se voleste in qualche modo vestirvi della sua genialità, non vi resta che indossare la collezione di gioielli Diakosmos da lei disegnata.
Gioielli che scivolano sul corpo come gocce di rugiada, gioielli che brillano come i raggi del sole tra i rami…proprio come brilla tutta la magia artistica di Akemi Takada.
Alessia Tino
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