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Cutie Honey

In televisione, nei manga, nei film proliferano i supereroi metamorfici. Tutti sono
maschi che combattono contro mostri grotteschi in avventure dai toni cupi.
Però sicuramente non solo i maschi provano questo desiderio di
metamorfosi: anche le bambine, così come amano cambiare
i vestitini delle loro bambole, sicuramente hanno
un profondo interesse per questo tema.(98)
Nagai G

Ky7t8 Hani キユ—テイ—ハニ—, dall’inglese Cutie Honey, nacque non come fumetto, ma come progetto televisivo. In seguito a partire dall’enorme successo, ne venne pubblicata la versione a fumetti che apparve per la prima volta nel 1973 sulla rivista Weekly Shnen Champion(99). Sicuramente nel mondo occidentale non è il manga nagaiano più famoso, ma ha fatto da modello per la creazione di indiscusse eroine. Può essere considerato il precursore di almeno due generi: il Mah shjo(100) di cui personaggio esemplare è L’incantevole Creamy(101), e lo Shjo action in seguito reso celebre dal lungo serial SailorMoon(102).
La storia originale è incentrata sulla figura di Honey, un’androide con sembianze splendidamente umane, creata dal professor Kisaragi per difendere la Terra dalle Panther Claw, un’organizzazione criminale planetaria, costituita da sole donne con l’unico scopo di rapire tutti gli esseri umani di sesso maschile ed uccidere quelli di sesso femminile. Honey frequenta il St. Chapel Academy, uno strano collegio cattolico di Tokyo, in cui le insegnanti sono tutte omosessuali che cercano di avvicinare la giovane studentessa. Sfruttando la capacità di trasformarsi, al grido di Honey Flash! diventa, infatti, una motociclista, una cantante, un’infermiera, una fotografa ed una sposa, ostacolerà il lavoro delle perfide Panther Zora e Sister Jill. All’epoca della sua uscita, era molto singolare vedere una donna che combatteva per il bene del mondo. Sino allora le protagoniste dei fumetti o dei cartoni animati erano sempre maghette o eroine sportive. Contemporaneamente a Honey, a ben guardare, venivano mandati in onda solo due serial con protagoniste al femminile: Jenny la tennista(103) e Heidi(104), in confronto all’enorme numero di supereroi metamorfici al maschile che popolava gli schermi televisivi giapponesi. L’intuizione di Nagai si rivelò, dunque, estremamente geniale, anche per quanto riguarda le scenografie. Egli affermò:

Di contro alle ambientazioni lugubri ed ai temi tragici dei
telefilm di supereroi voglio fare una cosa leggera, divertente, ‘fantascienza dal punto di vista delle bambine’”.(105)

In seguito, però, la storia venne rivista e rielaborata un gran numero di volte, fino ad arrivare alla versione definitiva presentata sugli schermi. Benché nata come eroina per un pubblico femminile, Honey presenta, a tutt'oggi, elementi destinati ad un pubblico palesemente maschile. La serie televisiva, andata in onda dal 13 settembre 1973 al 30 marzo 1974, ottenne un immediato successo grazie alle sue vicende smaliziate, perfettamente equilibrate fra umorismo, erotismo e azione. Al venticinquesimo episodio, però, fu interrotta, ancora una volta a causa delle proteste dell’associazione genitori, che considerava volgarmente inutile la breve sequenza della trasformazione, durante la quale la bella androide veniva mostrata completamente senza veli. In realtà la motivazione fu ben altra: il PTA non perdonò mai Nagai per l’affronto subìto con l’opera Harenchi gakuen(106). Complessivamente si può dire che l’anime è molto ben riuscito, l’animazione è molto precisa e i disegni preparatori sono in numero sufficiente da permettere un’ottima fluidità e un ricorso minimo alla ripetizione dei fotogrammi; addirittura la sequenza della trasformazione è presentata con immagini sempre diverse, cosa che non accade spesso nelle serie televisive. Inoltre la miscela di azione, perversione, amore, violenza, suspence e avventura, ancora una volta ha reso unica ed inimitabile un’opera del maestro. Nel 1993 per far conoscere il manga in America ne venne creata una serie completamente nuova e, in qualche modo, indipendente dalla precedente: Shin Cutie Honey. Il fumetto però, dalla grafica scadente non sembra essere un manga vero e proprio, ma un’opera made in USA. L’unica cosa degna di nota è che le copertine sono realizzate dall’illustratore Sorayama Hajime(107) che reinterpreta in maniera del tutto personale Jill e Honey. L’anno seguente la Toei, in collaborazione con la Dynamic Planning, produce otto OAV anch’essi intitolati Shin Cutie Honey, ma meglio conosciuti come Cutie Honey S, che si presentano come vero sequel della versione
del 1973. Questa è l’unica versione televisiva giunta in Italia grazie alla Dynamic Italia. La storia è ambientata trent’anni dopo la sconfitta del Panther Claw. Cutie Honey, ha perso la memoria e riappare misteriosamente come segretaria del sindaco di Cosple City(108), una città messa in ginocchio dalla criminalità, dove agisce indisturbato Dolmen, capo demoniaco di un gruppo di mostri meccanici. Accanto alla giovane cyborg, combatte il nonno Danbei, perfettamente identico al Rigel di Goldrake. La trama è piuttosto ingarbugliata e non proprio di eccelso livello; più che una serie
sembra essere un remake di personaggi nagaiani: appaiono, infatti, nell’ultimo episodio, anche Fud Akira di Devilman e il professor Kabuto di Mazinga Z.
Quattro anni dopo, sulla scia della fortunatissima Sailor Moon, viene
creata un’ulteriore versione della
sexy cyborg, questa volta però un pò meno sexy. L’opera dal titolo Cutie Honey Flash, pubblicata sulla rivista Chao Magazine della Shgakkan, fu inizialmente affibbiata a Nagai ma in realtà è di Yukako Jisaka, a cui fu affidato il compito di crearne una versione totalmente shjo. La mente geniale di Nagai, nel 2002, pensò di riproporre una sua nuova versione dell’eroina: Cutie Honey ’21. La vicenda è ambientata nel 2005, epoca in cui, nella finzione della storia, la polizia si rivolge agli investigatori privati per risolvere i casi più complessi e importanti. Uno di questi investigatori è la procace e disinibita Hayami Saiko e il suo assistente Hanyu Hisashi, che sono chiamati a risolvere casi di apparizione di orribili mostri collegati, come di consueto, all’organizzazione Panther Claw. I casi sarebbero d’impossibile risoluzione se non fosse per il tempestivo intervento di Cutie Honey, la Cyborg degli anni Settanta tornata per sconfiggere ancora una volta la setta criminale, nascondendosi sotto le sembianze maschili di Hisashi. Attraverso quello che sembra, a prima vista, un comunissimo manga investigativo dalla storia alquanto banale, Nagai si diverte ad utilizzare i vari personaggi per ridicolizzare gli attuali fumetti, arricchiti
frequentemente di inutili scene ammiccanti inserite nelle storie con il semplice intento di venderne più copie possibili. L’opera di Nagai risulta essere, quindi, una critica al sistema moderno, dove pur di far soldi si farebbe (e disegnerebbe) qualsiasi cosa, tutto ciò sapientemente nascosto in un fumetto di facile lettura, ricco di immagini piacevoli che accosta delle storie brevi e senza troppe pretese a situazioni e pose esplicitamente
piccanti ai limiti dell’hard, in cui sono presentate nudità di tutti i tipi e forti richiami sessuali. Il tutto è, però, mostrato in maniera inequivocabilmente ridicola. La serie a detta di molti critici si presenta più come un divertimento dell’autore stesso, che non ha nessuna intenzione di competere con i grandi autori del genere erotico in sé per sé e come omaggio ai suoli lettori fedeli che continuano in ogni caso a seguire le avventure della “combattente dell’amore”, come spesso viene chiamata Cutie Honey. Nel 2004 il grande regista Ann Hideaki(109) ha presentato una versione live action della celebre eroina e tre OAV per celebrare il successo del fortunatissimo personaggio Cutie Honey.

 

 

 

 

 

 

Manga & Nagai G
Articolo tratto dalla tesi di laurea:
"I fumetti tra Italia e Giappone"
scritto da: Liotta Daiana

 

98 Federico Colpi, Go Go Club. Inserto contenuto in G Nagai, Cutie Honey ’21. Volume 1. Dynamic Productions, Tokyo 2004, pag. 227.
99 Rivista settimanale edita dalla casa di produzione Akita Shoten.
100 Ragazze magiche. Conosciuto in Italia come genere delle “maghette”.
101 Titolo originale: Mah no tenshi Creamy Mami. Fumetto di Kitazawa YQr e Kazunori It creato negli anni Ottanta.
102 Titolo originale: Bishjo Senshi Sailor Moon. Manga di Tacheuchi Naoko, del 1992.

103 Titolo originale: Hsu o nerae. Disegnato da Sumika Yamamoto nel 1972.
104 Vedi nota 35 pag. 11.

105 Federico Colpi, op. cit., pag. 227.
106 Vedi pag. 14.

107 Sorayama Hajime (nato nel 1947 nella prefettura di Ehime). L’artista è famosissimo in patria per le sue illustrazioni definite super-realiste.

108 Il nome dato alla città richiama il termine inglese “cosplay” o “costume playing”, che indica il travestirsi per gioco nei propri beniamini, attività molto praticata dai giovani giapponesi.

109 Ann Hideaki (nato il 22 Maggio 1966 nella prefettura di Yamaguchi). Uno dei più grandi maestri dell'animazione giapponese, fondatore e colonna portante dello studio Gainax, ha firmato il grande colossal Neon Genesis Evangelion, prodotto nel 1995.