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"SHŌJO MANGA" Parte II
Shōjo manga sono le colline in fiore, i sogni delle protagoniste, i teatri, i circhi, i teneri e buffi animaletti (Klin, il procione di Candy Candy, il koala Lup di Georgie, Pipi, il cagnolino di Tim Tim…), sono gli amici ed i nemici, i capelli pettinati in un certo modo (ed a proposito di questo vi consiglio di perdervi negli infiniti modi di raccogliere i capelli che ci propone la mangaka Nagamu Nanaji nello shōjo Parfait Tic uscito in Italia nel 2005)
E shōjo è anche storia.
Ci sono protagoniste che la vivono di riflesso (Candy si trasferisce a Chicago per lavorare come infermiera presso l’ospedale della città mentre gli Stati Uniti entrano nella Prima Guerra Mondiale oppure Benio Hanamura -settimo anno dell’epoca Taisho 1909-1924- protagonista del manga Una ragazza alla moda Haikarasan ga tooru, che vede allontanare il suo amato Shinobu costretto a trasferirsi in Manciuria a causa della guerra) e chi la respira in prima fila. E’ il caso di Lady Oscar Versailles no Bara, di Riyoko Ikeda, sullo sfondo della Rivoluzione francese.
Oscar è una ragazza cresciuta come fosse un uomo dal padre che voleva un figlio maschio. Diviene addirittura comandante delle guardie della regina Maria Antonietta, ma, nonostante il ruolo, la sua uniforme brilla di femminilità ed i movimenti spiccano in eleganza nei combattimenti. Tra vicende politiche ed intrighi di corte, non mancano, neanche in questo caso, sentimenti e fuochi d’amore. Vagamente erotica la scena che vede Andrè spingere sul letto Oscar e strapparle la camicia e sensuale la scena che li unisce nella notte in un bosco, illuminati dalle lucciole e coperti dal solo cielo stellato. Ryoko Ikeda crea anche altre scenografie storiche stavolta ambientate nella Rivoluzione della Russia in Orpheus no Mado (La maschera di Orfeo) e Jotei Ekaterina (L’imperatrice Caterina).
Shōjo è moda.
Moyoco Anno veste di idee in ambito modaiolo e di make up le donne in carriera delle sue opere.
Happy mania, tanto per citarne una, è colma di cambi d’abito, di accessori, di rossetti dalle tonalità scure, ciglia finte, di pensieri e sentimenti contrastanti tra una scena di sesso e l’altra. La Anno cura anche lezioni di bellezza su riviste femminili e sue sono le cinque Tokyo Girls disegnate su altrettanti flaconi di oli detergenti per il viso della Shu Uemura.
A dettar legge sulla passerella della moda nei manga ed importante figura per gli shōjo è senz’altro la sublime, se mi permettete, Ai Yazawa. In Gokinjio Monogatari (Cortili del cuore), la protagonista Mikako Koda è seriamente intenzionata a diventare una stilista. La sua ansia del vestito del giorno dopo da indossare la rende quasi una macchietta intrappolata in battute ironiche che esulano dallo stereotipo finora descritto. L’ abile capacità della Yazawa di non incentrare l’attenzione unicamente su Mikako e quello di rifiutare “l’optional del rivestimento floreale: gli autentici fiori sono le ragazze del Cortile del cuore, fiori che devono ancora sbocciare”(Mario Rumor), ci addentra in un nuovo modo di parlare, disegnare e scrivere shōjo.
Paradise kiss, una sorta di sequel del precedente (alcuni dei personaggi sono parenti di Cortili del cuore), è lo scenario adatto in cui immettere ragazzi tutti piercing, cappelli strani, borchie e capelli particolarmente innovativi. “Paradise kiss” è un vecchio bar adibito ad atelier dove vengono pensati, cuciti e realizzati fantastici abiti in stile gothic lolita, dove sbocciano amori maturi e dove.. si può finir a far l’amore su un tavolo da biliardo.
E’ con Nana, a mio avviso, che la Yazawa supera se stessa dando vita ad un’opera meravigliosa in cui due storie, due anime, due essenze si fondono in una sola. Nana e Nana, due ragazze con lo stesso nome, impareranno a vivere l’una dall’altra. Già la presentazione che ognuna fa di sé, ci trascina in due mondi completamente opposti. Nana Komatsu, ingenua, dall’anima romantica tutta fiocchetti: “ La città in cui sono nata è circondata dalle montagne… i miei genitori mi hanno allevata senza troppi fronzoli, un po’ alla buona…”. Piagnucolona, alla continua ricerca di un compagno, si innamora facilmente e sempre dell’uomo sbagliato, riversa tutte le sue sfighe d’amore e non al Grande Demone Celeste.
Nana Osaki, grintosa, disincantata tutta borchie: “Non so dove sono nata. Non ho mai visto il volto di mio padre ed ho dimenticato completamente quello di mia madre”. Una rockstar (canta nella band dei Blast) autonoma ed ambiziosa, trova in Ren Honjo l’amore indissolubile.
Un treno, Tokyo come meta e tanti sogni da realizzare per entrambe.
E’ così che si ritroveranno l’una accanto all’altra sul vagone (e per la prima volta sulla vignetta!) in una malinconica giornata di neve, riscattata dai colori soffici, dal sorriso tenero ed un po’ infantile di Nana K. e quello più velato, misterioso e ricoperto da un rossetto rosso intenso di Nana O. Il destino le farà condividere l’appartamento 707 e due bicchieri con le fragole ne sanciranno il rapporto oltre la semplice amicizia e la loro rottura, cadendo dal tavolo, ne segnerà metaforicamente l’infrangersi, il non riuscire più a capirsi, il non trovarsi a condividere gli stessi pensieri come una volta…
Tanti i personaggi che completano il quadro, ognuno dei quali intriga ed affascina con la propria personalità, individualità ed il proprio look. Fantastici gli abiti di Vivienne Westwood che indossa Nana Osaki e molto femminili, che variano a secondo della stato d’animo, quelli di Hachi (nomignolo inventato da Nana O. per Nana K.). Sexy nel suo giacchetto di pelle nero il bellissimo Ren; elegante, raffinato e dai lunghi capelli lisci Takumi con i suoi completi giacca e cravatta; misterioso e pacato Yasu con la sua immancabile sigaretta e gli occhiali da sole; alternativo Shin con i suoi molteplici piercing collegati tra loro tramite catenelle; sensuale la cascata dei ricci di Reira…
Shōjo, talvolta, può essere un rapporto incestuoso tra sorella e fratello.
Splendid lovestory è un incontro avvenuto a Roma, è un ritrovarsi in Giappone, un amore che non può essere vissuto alla luce del giorno, è una passione che travolge i protagonisti e stravolge le persone a loro vicine, è il desiderio continuo di possedersi non solo fisicamente ma anche nell’anima…
Talvolta è un gioco feticista nel vestire alla marinara, l’uniforme scolastica, come in Cosplay animal, un manga divertente, sentimentale e sensuale ancora in corso, in cui Rika, una studentessa universitaria feticista di ogni tipo di divise ed uniformi, si spoglia di ogni inibizione e libera tutte le sue fantasie con il liceale Hajime.
Shōjo è una maschera che cade svelando la vera natura dell’essere umano.
Yukino Miyazawa in Kareshi Kanojo nojijo (Le situazioni di lui e lei), stanca di indossare la personalità della perfetta studentessa, si rivela una fanciulla esuberante ed a tratti maleducata e Soichiro Arima, dapprima suo rivale a scuola, poi amico ed in seguito suo fidanzato, svela la sua essenza passionale dietro la fredda immagine di studente modello.
E’ una clessidra come simbolo e pretesto per un lungo flashback raccontato da Hinako sulle tavole di Sunadokei (La clessidra-Ricordi d’amore). La sabbia continua a scorrere. An Uesuka a pochi giorni dal matrimonio, ritrova una clessidra che la riporta col pensiero a quattordici anni prima.
“I momenti in cui ho pianto, quelli in cui ho riso, i momenti in cui ho amato, quelli in cui sono stata amata… la mia identità è composta da questo ricordo, da quello e da quell’altro. Se mi vedo in questi termini d’improvviso la mia stessa esistenza mi appare tinta di una brutale tenerezza”
Ogni evento della sua vita ricade su di lei come soffice neve: il trasferimento nel paese d’origine nella prefettura di Shimane dopo il divorzio dei suoi genitori, l’iniziale insoddisfazione di stare lì dove “non c’è altro che neve e monti… e questa solitudine”, la perdita della madre, l’incontro con gli amici e con il suo primo amore… e quindi colui che sarà suo marito?
Io che l’ho letto lo so ed ogni cosa mi ha cullato di estasiante bellezza, bellezza che trapela veramente da ogni singola pagina…
Shōjo manga è una sensazione senza fine, è puro istinto, è sentimento vissuto, esaltato, giocato, ponderato, svelato; è un sottile tratto di matita calcato dalle emozioni; è un’altalena che dondola tra sogno e realtà; un sospiro; un caldo pensiero sotto le coperte; il tempo scandito dai fiori di ciliegio che sbocciano e cadono, cadono e sbocciano; è un cristallo in cui rispecchiarsi ed impossessarsi dell’essenza di tutte le sue mille sfaccettature…
Alessia Tino
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