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Mazinga Z e Il Grande Mazinga: il futuro mai realizzato

Quando udrai un fragor
a mille decibel
su dal ciel piomberà
Mazinger. (72)
Galaxy Group

La genesi di Majing. Zetto è sicuramente la più curiosa nella storia dei manga giapponesi: un giorno, durante una passeggiata in città, Nagai, rimanendo imbottigliato nel traffico, inizia a desiderare che dalla sua macchina escano gambe e braccia robotiche che gli permettano di scavalcare in pochi minuti l’enorme fila di automobili che gli ostacolano la via. Questa semplice fantasticheria prenderà forma e vita nel celebre Majing. Zetto マジンガ—Z, serializzato sul settimanale per ragazzi Shnen Jump nel 1972. Il successo è talmente grande che, a soli due mesi di distanza dalla prima uscita del manga, la Toei Animation produce anche la serie animata in ben 92 episodi, trasmessa nell’arco di due anni, fino al 1974. In Italia sarà mandata in onda solo nel gennaio 1980 sulla rete nazionale grazie alla mediazione di una casa di distribuzione francese. Anche qui avrà un successo tale da spingere la
casa editrice Salani a presentare una collana di volumi agli inizi degli anni Ottanta e la Edierre a pubblicare un settimanale, un quindicinale e un mensile dedicati al nuovo eroe, contenenti riproduzioni a fumetti disegnate da autori italiani e spagnoli; il manga originale, invece, fu introdotto in Italia dalla Granata Press solo negli anni Novanta. Mazinga Z può, senza dubbio, essere considerato il capostipite di una lunga generazione di robot, non solo dei nagaiani Grande Mazinga e Ufo Robot Grendizer, ma anche di eroi del calibro di Daitarn 3(73) e Daltanious(74), anche se non fu il primo eroe meccanico ad apparire nei fumetti giapponesi. Prima di lui, infatti, videro la luce Tetsujin 28 G(75) e Astroganger(76). Tra le motivazioni che hanno contribuito ad affermare la fama di questa serie, va incluso, sicuramente, il design. L’autore, infatti, fa ricorso a forme cilindriche e strutture tondeggianti a differenza delle serie robotiche precedenti che prediligevano linee squadrate, dando un’immagine d’insieme più elegante ed elaborata. Anche l’uso dei colori, principalmente primari e senza grandi sfumature, dimostra che la semplicità e l’armonia sono l’arma vincente, soprattutto se
affiancati ad una storia ben costruita nella quale agiscono personaggi lineari ma con un certo spessore psicologico. La vicenda ha per protagonista Kabuto Koji (77), pilota di Mazinga Z e nipote del celebre scienziato Kabuto JQz inventore dell’Ultralega Zeta, basata su un nuovo elemento chimico da lui battezzato “Japanium”, e dell’energia fotoatomica, energia luce prodotta attraverso la scissione dell’innovativo materiale. Il geloso e spietato Dottor Hell, venuto a conoscenza del segreto del professor Kabuto, vuole impadronirsi della superlega e dell’energia da esso sprigionata, avvalendosi di una potente armata di robot creati nell’antichità dalla civiltà cretese e scoperti nel corso di una spedizione archeologica. Il giovane protagonista si ritroverà, suo malgrado, a difendere il globo, per tener fede alla promessa fatta al nonno prima di morire. Aiutato da un gruppo di altri personaggi, tra cui: il fratellino
Shiro, il prof. Yumi, divenuto direttore del Centro ricerche dell’energia fotoatomica, e la figlia Sayaka, pilota di Aphrodite A, gli amici Boss, Nuke e Mucha, elementi comici della serie e tre scienziati sempre pronti, all’occorrenza, a riparare i robot: Sewashi, Morimori e Nossori. L’originalità di questa storia risiede, inoltre, nel fatto che il pilota non comanda il proprio robot a distanza come se fosse un giocattolo, ma prende personalmente parte alla battaglia, si ferisce, rischia la propria vita. Koji per pilotare il suo colosso si serve dell’Aliante Slittante, una specie di navicella spaziale, che si inserisce perfettamente nella sua testa, attivandolo. In questo modo i lettori s’immedesimano in prima
persona nella storia. Un altro aspetto, dal mio punto di vista, veramente innovativo e fondamentale per spiegarne l’enorme successo, è che per la prima volta in questo genere di manga, i personaggi hanno una forte caratterizzazione psicologica. Nessun mangaka prima d’ora si era preoccupato di porre l’accento sull’emotività dei personaggi. In ogni puntata non viene solo sconfitto un avversario, i protagonisti affrontano le loro paure adolescenziali, maturano nel proprio carattere e pian piano crescono, proprio come persone in carne ed ossa. Nelle ultime puntate le battaglie si fanno sempre più serrate e spettacolari, i nemici sono sempre più agguerriti e ciò li porta a commettere passi falsi, che permetteranno ai nostri beniamini di sconfiggerli definitivamente. Mentre i nostri eroi festeggiano la tanto attesa vittoria, la civiltà di Micene si risveglia da un sonno millenario e attacca la Terra intenzionata a distruggerla. Mazinga Z e gli altri combattenti nulla possono contro questa nuova minaccia, sono esausti e stremati. Quando sembra che ormai tutto è perduto, ecco apparire nel cielo un altro Mazinga pronto a difenderli. Per quanto riguarda il cartone animato, fu un vero peccato che nel nostro paese gli episodi finali della serie non vennero trasmessi(78) e i bambini italiani non poterono notare i legami esistenti tra questa serie e il mitico Gur5to Majing. グレ—トマジンガ—. Conosciuto in Italia come “Il Grande Mazinga”, fu pubblicato per la prima volta sulla rivista giapponese Terebi Magajin(79) nel 1974. Nato dalla mente geniale del maestro Nagai come secondo episodio della saga di Mazinga. Anche in questo caso, quasi contemporaneamente alla stesura del manga, la Toei Animation presentò la serie animata in TV, che andò in onda ogni
domenica dal 8 settembre 1974 al 28 settembre 1975 su Fuji TV in 56 episodi. Questo nuovo capitolo riprende le fila del precedente, aprendo il racconto con il risveglio dei Micenei e l’arrivo del nuovo robot. Scopriamo subito che la new entry è Grande Mazinga, appunto, che non solo ha dimensioni più grandi(80), ma anche armi più potenti, perfettamente in grado di competere con i nuovi mostri. Il pilota è Tsurugi Tetsuya, aiutato dalla bella Hono Jun. Mentre Koji e Sayaka sono due adolescenti spensierati, i nuovi eroi sono adulti e cresciuti in un ambiente sicuramente diverso. Tetsuya ha una personalità molto complessa: orfano dalla nascita, viene adottato dal professor Kabuto Kenzo, padre di Koji, dato per morto nella prima serie. Fin da bambino è sottoposto ad estenuanti allenamenti, perché il suo destino è proprio quello di salvare il mondo. Ha un carattere molto chiuso, severo, freddo, quasi impenetrabile. Anche Jun è molto problematica, il suo dilemma maggiore è di essere mulatta in un mondo razzista; attraverso di lei il tema del razzismo e della diversità faranno da colonna sonora all’intera serie. Grazie alle loro personalità contorte e ai loro difetti, risultano molto umani e coinvolgenti. I personaggi di contorno sono sempre gli stessi: il piccolo Shiro, Boss e i suoi amici, anche Sayaka e Koji faranno il loro ritorno, alla fine della storia, per partecipare alla battaglia finale. La grafica è più elaborata e i tratti molto ben definiti. Il tono dell’opera si alza di molto rispetto alla precedente. L’intenzione dell’autore è di rivolgersi ad un pubblico più maturo, ma ciò è in contrasto con gli interessi della Toei, che, ancora una volta, è costretta a riadattare le tematiche per renderle più adatte al suo target. In questo capitolo, come nel precedente, sono frequenti le discordanze tra l’anime e il manga. Sono molti gli episodi commoventi, tra tutti basta citarne uno per comprenderne facilmente la rilevanza emotiva: in una delle ultime scene, quando Koji rientra dall’America e può finalmente riabbracciare suo padre, la gelosia di Tetsuya cresce sempre più: fino a quel momento era abituato a considerare il dottor Kabuto come un padre, ma ora che il suo vero figlio è tornato si sente minacciato dalla sua presenza. Le incomprensioni e la rivalità interna, portano l’esercito miceneo ad un passo dalla vittoria.
Tetsuya è in grave pericolo. Prontamente interviene il “padrino”, che sacrifica la sua stessa vita per salvarne una più preziosa. Il sacrificio non è stato vano, i due ragazzi mettono da parte l’orgoglio e insieme sconfiggono il terribile esercito.
Visto l’indescrivibile successo avuto in tutto il mondo, Nagai propone nel corso degli anni dei cross over(81) inediti e come
sempre stravenduti. Tra i più famosi ricordiamo: Majing. Zetto tai Debiruman(82), Majing. Zetto tai Ankoku Daishogun(83), Gur5to Majing. tai Gett. robot(84), Y7fo robo Gurendaiz., Gett. robot j8, Gur5to Majing. tai Kessan Daikaiju(85), Majinkaiser(86).

 

 

Manga & Nagai G
Articolo tratto dalla tesi di laurea:
"I fumetti tra Italia e Giappone"
scritto da: Liotta Daiana

 

72 Tratto dalla sigla italiana cantata dai Galaxy Group nel 1980.

73 Titolo originale Muteki chjin Daiturn 3 (“L’invincibile superuomo Daiturn 3”). Prodotto dalla Nippon Sunrise nel 1978.
74 Titolo originale Mirai robot Daltanias (“Il robot del futuro Daltanias”). Prodotto dalla Nippon Sunrise per la Toei Corporation nel 1979.
75 “Uomo di ferro 28”. Pubblicato sul manga omonimo nel 1958 per opera di Mitsutero Yokohama. Trasmesso dal 20 novembre 1963 al 5 maggio 1964.
76 Conosciuto in Italia come “Astroganga”. Prodotto dalla Suzukawa Tetsuhisa nel 1972 e trasmesso dal 4 ottobre 1972 al 28 marzo 1973, solo due mesi prima di Majing. Zetto.

77 In Italia tradotto arbitrariamente in Ryo Kabuto.

78 La Rai, infatti, acquisto solo una parte della serie e, in seguito, forse a causa del fallimento della casa di distribuzione francese, non fu possibile recuperare le puntate mancanti.

79 Rivista televisiva per bambini, pubblicata mensilmente.
80 Il primo aveva un peso complessivo di 18 tonnellate, mentre il secondo di ben 32 tonnellate.

81 Dall’inglese “attraversamento”, “sovrapposizione”. Nei fumetti è l’intersezione narrativa di vicende che si svolgono su più testate: una trama può iniziare su un albo, continuare su un altro e terminare, ad esempio, su un one shot edito per l’occasione. One shot: dicesi di prodotto composto di un’unica vicenda autoconclusiva.
82 “Mazinga Z contro Devilman”. Proiettato in Giappone il 18 luglio 1973.
83 “Mazinga Z contro il Generale Nero”. Proiettato per la prima volta il 25 luglio 1974.
84 “Il Grande Mazinga contro Getter Robot”. Proiettato il 21 aprile 1975.
85 “Ufo Robot Goldrake, Getter Robot G e il Grande Mazinga contro il Dragosauro”. Proiettato il 18 luglio 1976.
86 “Mazinkaiser”. Pubblicato in versione OAV in 7 episodi nel biennio 2001/2002.