"SHŌJO MANGA, L’UNIVERSO HA GLI OCCHI CHE BRILLANO”.
Pagine in bianco e nero colorano e scaldano il cuore; stati emozionali di ogni tipo vengono proiettati da destra verso sinistra su tavole curate con particolare minuzia e graficamente decorate da deliziosi elementi quali fiori, cuori, stelle; i tratti sottili dei disegni lasciano trapelare la delicatezza delle matite strette tra le dita degli autori di quelli che definirei capolavori scritti e disegnati; i sorrisi dei personaggi sembrano aprirsi di più, le lacrime quasi assumere forme a secondo della sensazione del momento, i capelli divenire più vaporosi e setosi, gli occhi più grandi, intensi e luccicanti.
“ Gli occhi sono un ampio buco nero che emerge sul volto, al centro del quale le disegnatrici hanno imparato ad inserirvi una pupilla a forma di stella circondata da luccichii.
Lì dentro scorre almeno un intero universo di passione e femminilità dove l’anima si smarrisce”
(tratto dal libro “Come bambole”, di Mario A. Rumor).
Se dico shōjo manga, dico questo, maggiore sensibilità tutta al femminile e molto altro.
Lo shōjo manga è letteralmente il fumetto per ragazze, dove amori, passioni, sentimenti ed emozioni, divengono gli ingredienti fondamentali per quella torta di fragole e panna e quell’arcobaleno di vita che caratterizza la personalità delle protagoniste.
Protagoniste, queste, avvolte da un’atmosfera reale trasognante, che vivono con tutta l’energia e la forte solarità nonostante vicende spesso tragiche come la perdita di un amore o dei propri genitori, o che si nutrono di gesti semplici come la quotidianità degli impegni scolastici; piccole donne, in alcuni casi, anche catapultate in importanti periodi storici o particolarmente attente a suggerire elementi altamente modaioli (e questo soprattutto negli shōjo più recenti).
In Giappone gli shōjo manga vengono pubblicati su riviste specifiche, la prima delle quali venne pubblicata nel dopoguerra con il nome Shōjo Club. Del 1955 ed ancora oggi attualissima, è Ribon, una rivista mensile che vende due milioni di copie, pubblicata da Shueisha e venduta insieme a dei piccoli furoku, gadgets inerenti alle serie pubblicate sulla rivista stessa. A contendersi il podio delle riviste femminili più lette, Nakayoshi, che tira la cifra record di oltre un milione ed ottocentomila copie, Chao e Cookie (rivista-sorella di Ribon).
Il genere shōjo affonda le proprie radici nella doppia identità di una principessa costretta a vivere come fosse un ragazzo ed avvolta da abiti che le rendano più facili i movimenti con la spada.
Il lato femminile è, però, sempre pronto ad esplodere ed allora ecco deliziosi abiti di dama con maniche a sbuffo brillare e tagliare la scenografia con delicato fascino più delle lame delle spade ed un amore sbocciare per il principe Franz Charming.
“Ribon no Kishi”, “La principessa Zaffiro” è opera del 1953 del mangaka Osamu Tezuka e non è certo l’unico esempio maschile atto a descrivere sentimenti ed a colorar di rosa gli animi delle protagoniste (tra i tanti, ricordiamo Leiji Matsumoto, Fujio Akatsuko, Shotaro Ishinomori, Suhiho Tagawa…).
Orfanotrofio religioso Casa di Pony.
Qui iniziano e terminano, in un lieto fine da romanzo rosa, le avventura di un’altra icona del genere shōjo, apparse su Nakayashi dal 1975 al 1979 e raccontate dai disegni di Yumiko Igarashi su testi della scrittrice Kyoko Mizuki.
Candy è un’orfanella di origini americane che sin dalle prime pagine ci cattura con la sua esuberanza e le simpatiche lentiggini (“signorina tutta-lentiggini”verrà soprannominata da Terence, l’amore della sua vita). Candy corre lungo la collina e la luce del sole crea riflessi sui biondi capelli ondulati raccolti ai lati da due grandi fiocchi rosa.
Le sue corse lungo il sentiero della vita la vedranno, tra lacrime e sorrisi, crescere non solo da un punto di vista fisico… ben altro riuscirà a sprigionare la sua anima candida ed una particolare forza interiore la porterà a rialzarsi dopo mille cadute e peripezie.
Stesso modello di protagonista verrà cucito, sempre dalla Igarashi ma su sceneggiature di Mann Izawa, sul personaggio di Georgie, il cui sorriso , nel corso dell’adolescenza, verrà turbato da sconvolgenti rivelazioni: quelli che credeva essere i suoi fratelli si riveleranno figli dei genitori adottivi che se la contenderanno in un pericoloso gioco di amore e seduzione.
Un bracciale lasciatole in punto di morte dalla madre naturale accompagnerà Georgie nella sua crescita, quando smorfie, atteggiamenti e gesti da maschiaccio lasceranno spazio a forme, sguardi e sentimenti di una femminilità estrema e quei capelli dorati sembreranno cadere sulle spalle nude ancor più delicatamente e deliziosamente.
Occhi velati di malinconia e traboccanti di lacrime, gli occhi delle protagoniste, occhi che assistono a vere tragedie ma che riescono a racchiudere la gioia nell’epilogo finale.
Simile esteticamente a Georgie, ma avvolta da uno scenario completamente diverso, la piccola e frizzante Tim Tim, protagonista del manga “Tim Tim circus”, fa del circo l’intero mondo e del sogno di divenire un’abile trapezista, dopo la morte della famiglia durante un esercizio, l’unico scopo della sua vita correlato dalle avventure degli altri personaggi che popolano il mondo circense.
Altra energia interiore muove le vicende di Maya, una tredicenne impacciata e goffa sul palcoscenico della vita ma che su quello del teatro si trasforma in una furia prorompente.
“Glass no Kamen”(Il grande sogno di Maya) è pura poesia; i gesti disegnati creano una coreografia che incanta, ogni espressione è il risultato dell’espressione precedente, in sintonia perfetta con l’attimo e lo stato di vita vissuti, con l’emozione che accende lo sguardo o con la paura di non farcela che ne smorza le tonalità.
Maya è pronta ad ogni sacrificio ed anche dopo la morte della madre, quando sembra non esserci più spazio per lei sul palco, quando tutto sembra perduto ed un blocco emotivo ne paralizza la recitazione, ecco apparire una Maya più forte , più matura, sempre più vicina all’interpretazione del “La dea scarlatta”, interpretato molti anni prima unicamente dall’attrice, ritiratasi dalle scene in seguito ad un incidente, Chigusa Tsukikage che ne detiene i diritti di rappresentazione e che vede nella ragazzina una possibile erede.
Continua...
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