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Goldrake: il mito
E’ difficile spiegare cosa Goldrake abbia rappresentato per
tutti noi. Questo robot non è mai stato il protagonista
di una semplice serie televisiva, ma il simbolo
di un’intera generazione, che ancora
oggi non riesce a dimenticarlo. (87)
L’ultimo capitolo della saga robotica di Nagai G merita un paragrafo a parte. Ufo Robo Gurendaiza UFOロボグレンダイザ—, nasce nel 1975 ed è la prima e, probabilmente, la più famosa serie robotica mai trasmessa in Italia. In seguito al successo ottenuto con le due collane precedenti, la Toei commissiona al maestro ancora un altro mecha(88), che, questa volta, non nasce
dall’animazione del manga, ma direttamente come serie a puntate per il pubblico televisivo. L’anime, prodotto in 74 episodi tra il 1975 e il 1977, nasce, inizialmente, come seguito diretto del predecessore Mazinga, ma poi assume una piega totalmente differente. L’unico legame esistente è Koji(89), pilota di Mazinga Z, giunto in Giappone dall’America per combattere al fianco dell’imponente Goldrake. La storia ruota intorno alla figura del giovane Actarus(90), fuggito a bordo di Goldrake, un modernissimo robot da battaglia, dal suo pianeta natale, la stella Fleed, durante l’attacco delle truppe del potente Re Vega. Giunto sulla Terra viene accolto dal dottor Procton, direttore del Centro di ricerche spaziali e presentato come suo figlio. Ben presto, anche le truppe di Vega giungono sulla Terra con intenti tutt’altro che pacifici, e Acturus si trova costretto a riprendere i comandi del suo robot per difendere quella che lui stesso definisce la sua “seconda patria”. Alla fine, però, tutti gli sforzi sono premiati: dopo tante battaglie, la Terra è libera dall’invasione aliena e Actarus e la dolce Maria, sua sorella, fanno ritorno sulla stella, pronti a comincia re da capo la loro vita. L’innovazione introdotta nella storia è evidente: il giovane combattente non è un terrestre, ma un alieno proveniente dallo spazio. Ciò lo rende ancora più eroico ed emozionante, perché Actarus combatte una guerra che, in realtà, non gli appartiene. E’ proprio l’affetto che prova per i suoi nuovi amici e per quel paese così ospitale a convincerlo ad entrare in scena. Con queste commoventi parole, il giovane eroe prende la decisione più importante della sua vita:
“Oh no! Sono stanco di questa violenza… piomberanno
sulla Terra e con le loro armi mostruose la metteranno a
ferro e fuoco. Dovrò ancora battermi, per impedire che la
Terra cada sotto il loro infernale dominio! Hanno distrutto
la mia casa, il mio pianeta, i miei cari… Non voglio
portare la guerra su questo pianeta! Anche qui ci
sarebbero distruzioni immani come sulla stella Fleed.
Ricordo quei momenti orrendi di terrore, di morte, di
distruzione! Mi batterò con Goldrake! Li affronterò nella
loro base! Devo arrivare a Vega ed eliminarlo per sempre
con i suoi complici. Forse allora la galassia troverà di
nuovo la pace. Non voglio più essere costretto a fuggire
di fronte ai sicari di Vega! Avevo trovato la pace su
questa terra verde e ospitale, la serenità dopo il lungo
travaglio, l’affettuosa comprensione del dottor Procton!…
Distruggerò Vega!”(91)
Accanto ad Actarus, hanno un certo rilievo nella storia Alcor, pilota di Goldrake 2; Venusia, la bella conduttrice del Delfino
Spaziale, palesemente innamorata del protagonista, e Maria, anche lei fuggita dalla stella Fleed, pilota della Trivella Spaziale. Com’è possibile notare dalle parole di Actarus, il tono dell’opera si fa ancora più alto rispetto a Mazinga Z e a ll Grande Mazinga. Nonostante la presenza di Rigel(92), padre di Venusia, omino molto buffo e ridicolo, creato per alleggerire le situazioni drammatiche, Goldrake risulta essere un anime psicologico: le vicende incentrate sui problemi, le sofferenze e le inquietudini dei personaggi hanno un ruolo di primo piano e controbilanciano le violente battaglie. Nel manga invece, posteriore di qualche mese rispetto alla serie animata, sono i combattimenti ad occupare più tavole, mentre l’introspezione psicologica viene presentata con molta più semplicità e leggerezza. Questa discordanza, probabilmente, è dovuta al fatto che il fumetto venne realizzato per un pubblico decisamente infantile, mentre il cartone animato era apprezzato più dai grandi che dai piccini. La grafica di Goldrake proviene da anni di esperimenti, non ci dimentichiamo che è il terzo episodio della saga robotica di Nagai, anche se in Italia Mazinga Z e Il Grande Mazinga sono arrivati solo in un secondo
momento. Il tratto semplice, ma di grande effetto, trasmette perfettamente le emozioni dei personaggi attraverso una va sta gamma di espressioni sempre adatte alla situazione. L’attenzione e la cura dei particolari nella rappresentazione delle strutture
meccaniche fanno del maestro un vero maniaco della perfezione. Il robot della figura qui affianco, sembra perfettamente funzionante e fattibile, data la grande precisione grafica. L’importanza di Goldrake, per l’Italia, non si limita al solo fatto di essere un’opera moltoapprezzata e continuamente riproposta, ma il 4 aprile del 1978(93) è passato alla storia come il giorno in cui è apparso per la prima volta sui teleschermi italiani un cartone animato giapponese. Abbiamo già visto nel Primo Capitolo, con
quali elettrizzanti parole Nicoletta Artom e Sergio Trinchero accolsero questo prodotto così diverso e innovativo, compresero subito che quello che avevano fra le mani non era una delle solite proiezioni animate all’occidentale. Atlas Ufo Robot possedeva tante caratteristiche davvero singolari per un cartone animato di quell’epoca. Prima di tutto proveniva dal lontano Giappone e faceva disinvoltamente sfoggio di colori sfavillanti(94), inoltre erano rappresentate complesse apparecchiature computerizzate inimmaginabili al giorno d’oggi, figurarsi negli anni Settanta. Come al solito le novità portano anche tanti sconvolgimenti e tante paure. Gran parte della critica nostrana non fu affatto benevola nei confronti di questo stranissimo prodotto d’importazione, mettendone
eccessivamente in evidenza la violenza dei combattimenti e, in maniera affrettata e senza neanche preoccuparsi di vedere una delle puntate, lo dichiararono diseducativo. In seguito, molti critici, approfondendo l’analisi
delle trame e dei personaggi, scoprirono che il vero messaggio di fondo è il profondo rispetto per la natura e per gli uomini. Sono frequenti i momenti in cui è possibile sorprendere Actarus mentre osserva incantato la natura terrestre e ne apprezza apertamente ogni più piccola creatura. Inoltre le continue lotte per la difesa del pianeta non fanno altro che inneggiare alla
fratellanza e alla pace fra i popoli. Nonostante le critiche infervorate, ebbe così tanti telespettatori da far scatenare la distribuzione di albi a colori, dischi, fumetti, maschere di carnevale e robottini che affollavano tutti i negozi di giocattoli. Comparirono, inoltre, quasi contemporaneamente alla serializzazione televisiva tre adattamenti cinematografici nati da un’operazione di montaggio della serie: Goldrake all’attacco, Goldrake l’invincibile e Goldrake addio che riassumono tutta la galattica storia del fleediano Actarus. Nel 2002 Nagai G e Ishikawa Ken hanno firmato un’avventura veramente straordinaria che vede collaborare, per il bene della Terra, tutti i robot di produzione della Dynamic Planning: la tanto attesa Dynamic Superobot Wars. Ancora una volta il nostro Pianeta è in pericolo, minacciato da Varon l’Annientatore, ma, sono pronti ad entrare in scena tutti i nostri eroi: Koji, Hiroshi(95), Ryo, Hayato e Musashi(96), Tetsuya e Actarus. Ciò che rende questo fumetto tanto speciale, è proprio il gioco di squadra: è la prima volta che tutti i robot combattono insieme(97). Alla sua prima apparizione sul mercato giapponese, l’opera venne pubblicata in libricini di 24 pagine ciascuno, distribuiti gratuitamente agli acquirenti dei modelli dei robot. In seguito è stata rielaborata ed organizzata nella classica forma a volume.
Manga & Nagai G
Articolo tratto dalla tesi di laurea:
"I fumetti tra Italia e Giappone"
scritto da: Liotta Daiana
87 Tratto dal sito internet www.ilregnodelleanime.it, cfr. anche Alessia Martini, I robottoni. Dalle corna di Go Nagai. Edizioni Il Foglio, Piombino, 2004.
88 Dicesi di macchine robotiche artificiali da combattimento. Solitamente di fisionomia umanoide, ma anche a forma di animale o dinosauro non sono rari.
89 Questa volta tradotto in Italia col nome di Alcor, eliminando tutti i nessi fra le due serie.
90 Umon Daisuke nell’originale, è conosciuto anche come Duke Fleed.
91 Il monologo di Actarus è tratto dalle scene conclusive del primo episodio televisivo della serie.
92 Makiba Danbei nella versione originale.
93 Giorno in cui fu proiettata per la prima volta in Italia sulle reti RAI alle ore 18:45.
94 La RAI aveva trasmesso le prime immagini a colori, poco più di un anno prima.
95 Pilota del robot conosciuto nel nostro paese col nome di “Jeeg Robot d’Acciaio”. Titolo originale Ktetsu Jeeg, ideato nel 1975.
96 Piloti del tripartito robot Getta, tratto da Gett. Robo del 1974.
97Jeeg Robot e Goldrake erano messi in onda da emittenti televisive rivali, e a Nagai non venne pertanto maipermesso, fino ad ora, di realizzare un fumetto o un OAV che li vedesse schierati fianco a fianco.
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