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Devilman: il re dei mostri

Inquietante, violento e ambiguo,
Devilman ribalta i luoghi comuni dello
scontro tra bene e male, rendendo
i demoni i vincitori e gli umani, in realtà
i veri invasori della Terra, i perdenti. (66)
Davide Castellazzi

Nel 1972 la Toei Doga Animation commissiona a Nagai G la creazione di un personaggio demoniaco in lotta contro il male, per la realizzazione di una serie televisiva. In quegli anni il maestro si stava dedicando all’apocalittico Ma Dante(67), pubblicato sul Bokura Magajin, ma sfortunatamente interrotto perché accusato d’immoralità. Nagai prende al volo l’occasione e si butta a capo fitto nella creazione del suo più grande capolavoro: Debiruman デビルマン(68). Il manga originale, dalla grafica graffiante e dalla trama raccapricciante, comincia la sua pubblicazione nel giugno 1972 a.puntate sullo Shnen Magajin della Kdansha. In seguito l’opera, viene
riorganizzata in cinque volumi che raccontano, a ritmi serrati, una storia dalle proporzioni quasi bibliche sia per le dimensioni che per i contenuti. Il protagonista è Fud Akira, uno studente modello, timido e riservato. I suoi genitori si assentano spesso per lavoro, così lui vive con la famiglia della sua amica d’infanzia: Makimura Miki. Un giorno, il giovane apprende, dal suo migliore amico Asuka Ryo, che i demoni, antichi abitanti della Terra, si sono risvegliati dal loro sonno millenario e intendono rimpossessarsi del pianeta e
sterminare la razza umana. L’unico modo per ostacolarli è fondersi con uno di loro per combattere alla pari. Akira si fonde col demone Amon dando vita a Devilman, l’uomo diavolo, difensore del genere umano. Inizialmente Nagai, coerente con la struttura in capitoli del manga, fa affrontare ad Akira i demoni uno per volta (prima Silen, poi Jinmen e moltissimi altri), risultando sempre vincitore; ma a metà della serie lo stile cambia nettamente. Il ritmo è sempre più incalzante e i colpi di scena si susseguono sconvolgendo la narrazione. Anche la storia ha una svolta terribile: i demoni cambiano tattica e per poter agire inosservati, s’impossessano dei corpi delle loro vittime, girando per il mondo con sembianze perfettamente umane. Il seme della paura e del sospetto comincia a far frutti: gli uomini, ormai impazziti, cominciano ad accusarsi e ad uccidersi a vicenda. La situazione precipita, gli eserciti delle nazioni
cadono in mano ai demoni. Nell’ultimo capitolo il genere umano è solo un ricordo, nel grande Armageddon finale tra l’esercito di Devilman e i diavoli sopravvissuti, tutti moriranno, anche il protagonista, ma non Satan, che si scoprirà essere Asuka Ryo, ormai libero di osservare la desolazione che ha creato. Il manga ha un successo strepitoso e, immediatamente, si comincia a lavorare per la trasposizione in serie animata per la TV, che viene trasmessa, per la prima volta in Giappone, dall’8 luglio 1972 al 7 aprile 1973 su TV Asahi, mentre arriverà in Italia solo nel 1983 trasmessa da EuroTV. Questa prima versione dell’anime è leggermente inferiore rispetto al fumetto. Infatti, la grafica pungente e satanica del manga, non si addice al target infantile a cui la Toei vuole dedicarsi. Nonostante ciò, esso rappresenta il primo di una lunghissima lista di successi per la TV firmati da Nagai. Inoltre, la profonda analisi psicologica, del protagonista e dei suoi compagni ma anche dei demoni, portata avanti da Nagai nel fumetto è completamente scomparsa nella versione a cartone animato; non solo, la terribile lotta globale, descritta dall’autore, fra gli esseri umani, nell’anime televisivo non è nemmeno accennata. La forza del manga nagaiano è proprio la penetrante introspezione dei personaggi e il fatto di essere dotato di un’unica trama che scorre come un filo continuo. La figura di Asuka Ryo, ad esempio, è stupefacente. Inizialmente viene presentato come un ragazzo problematico, rimasto orfano proprio a causa dei demoni. Come abbiamo già visto, è proprio lui a confidare ad Akira la vera natura dei
demoni, è in seguito al suo suggerimento che Akira, durante un sabba, si fonde col demone Amon, ed è ancora lui a salvarlo quando, dopo il combattimento con la terribile arpia Silen, Devilman giace a terra in fin di vita. Alla fine dell’opera scopriamo che in realtà Ryo è il Diavolo in persona, vale a dire l’artefice di tutte quelle guerre e il nemico numero uno di Akira, del quale tuttavia si è innamorato e apprendiamo, con estrema meraviglia, che Satan ha trasformato l’uomo in Devilman per salvarlo e poter vivere con lui per l’eternità.
Come Satan, anche gli altri demoni hanno una ragione per fare ciò che fanno e, oltre ad essere per natura spietati assassini assetati di sangue, hanno una storia, vivono a loro modo degli amori. Non sono i soliti diavoli che popolano le storie per bambini, Nagai prende spunto per i suoi mostri dalla dantesca Divina Commedia, come fa affermare a Ryo, nel primo episodio69:

 

 

 

 

 

 

 

La strana sensazione d’angoscia che pervade tutta l’opera, è esilarante. Sicuramente non è un manga per bambini e questo serve a far cadere tutte le accuse d’immoralità che l’hanno accolto all’arrivo in Italia. E’ un horror in piena regola e come tale deve essere riconosciuto e apprezzato. Nagai firma anche tre OAV tratti dal fumetto, che riportano fedelmente, in
versione home video, le avventure della sua creatura. Sono: La genesi, del 1987; L’arpia Silen, pubblicato in Giappone nel 1990(70) e Amon – Apocalypse of Devilman, terminato solo nel 2000(71). Il primo ripercorre, passaggio dopo passaggio, la genesi di Devilman, basandosi sull’originale scenografia del fumetto. Ne L’arpia Silen, sebbene non sia rispettato l’ordine sequenziale del manga, vengono animati gli scontri fra Devilman e i demoni: Jinmen, Agwel e Ghelmer, e l’apocalittica battaglia contro la bellissima arpia Silen. Nell’ultimo vengono delineati tutti gli aspetti della guerra mondiale scatenata dai demoni, anche se con un epilogo del tutto inedito. Nel 2004 è comparso sugli schermi cinematografici un film live action intitolato Debiruman di Nasu Hiroyuki, tratto dal celebre omonimo, in cui verso il 52esimo minuto del primo tempo, fa la sua apparizione Nagai G in persona, solo per pochissimi istanti, accompagnato da una didascalia che conferma: «Costui è il Sommo Maestro G Nagai». Anche questa versione è superlativa, l’animazione e la grafica sono spettacolari e i dialoghi, che spesso non fanno che
ricalcare le battute del fumetto, sono poetici e drammatici. Le scene finali, immerse in un’ambientazione apocalittica, ben trasmettono il senso d’angoscia e desolazione che Nagai vuole infondere nei suoi lettori.

 

Manga & Nagai G
Articolo tratto dalla tesi di laurea:
"I fumetti tra Italia e Giappone"
scritto da: Liotta Daiana

 

66 Davide Castellazzi, A-Z MANGA. Guida al fumetto giapponese. Coniglio Editore, Roma 2004, pag. 44.
67 Vedi nota 55 pag. 17.
68 Conosciuto in Italia come “Devilman”.

69 I dialoghi vanno letti alla giapponese; vale a dire, da destra verso sinistra e dall’alto in basso.

70 Entrambi sono stati presentati dalla Dynamic Planning e dalla Kdansha Video, e sono arrivati in Italia nel 1996.
71 Pubblicato dalla Daito Anime, è giunto in Italia nel 2003, ma solo in versione giapponese con i sottotitoli in inglese.