Il kangen
Si indicano con il nome di kangen [lett. "fiati e corde"] i brani di gagaku che vengono eseguiti come musica puramente strumentale, cioè che non vengono accompagnati da danze. Mentre per il bugaku esiste una divisione tra lato sinistro e lato destro, tutti i brani di kangen del repertorio attuale derivano dal tôgaku, cioè sono musiche del lato sinistro.
Strumenti musicali
Gli strumenti musicali utilizzati nel kangen sono:
- strumenti a fiato (3 per ogni tipo): hichiriki, ryûteki e shô;
- strumenti a corda (2 per ogni tipo): gakusô e gakubiwa;
- strumenti a percussione (1 per ogni tipo): kakko, taiko e shôko.
Tra gli strumenti a fiato gli hichiriki e i ryûteki eseguono in eterofonia la melodia principale del brano (immediatamente individuabile anche a causa del timbro penetrante e dell'elevato volume sonoro degli hichiriki), mentre gli shô producono una sequenza accordi prolungati che costituiscono una specie di sottofondo armonico alla melodia principale.
Nel gagaku come viene eseguito attualmente gli strumenti a corda hanno una parte molto semplice in quanto in genere si limitano ad eseguire accordi arpeggiati o brevi incisi melodici stereotipati che si ripetono con poche variazioni per tutta la durata del brano, marcando l'inizio delle battute. Il sô (gakusô) viene suonato sia con gli tsume che con le dita nude, ma senza usare le variazioni di intonazione (ottenute tendendo le corde con la mano sinistra) che sono un abbellimento caratteristico degli altri generi musicali per lo strumento.
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Due figure melodiche tipiche del
gakusô:
hayagaki (sopra) e shizugaki (sotto)
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Si ritiene che queste siano semplificazioni della pratica esecutiva avvenute in epoca medioevale (vedi anche la sezione La trasmissione del gagaku in epoca medioevale), mentre fino al periodo Heian gli strumenti a corda avevano un ruolo melodico ben più importante.
Gli strumenti a percussione vengono utilizzati seguendo moduli ben definiti:
per il taiko vengono utilizzati due tipi di colpo:
- mebachi ["colpo femminile"]: colpo leggero inferto con la mazza tenuta nella mano sinistra, immediatamente alla sinistra del centro del tamburo;
- obachi ["colpo maschile"]: colpo deciso inferto con la destra nel centro del tamburo.
Lo shôko viene suonato sia con colpi semplici che con colpi doppi; i colpi doppi seguono sempre immediatamente un colpo di taiko;
per il kakko vengono utilizzati tre tipi di colpi:
- sei, colpo singolo suonato con la bacchetta tenuta nella mano destra;
- mororai, rullo suonato con entrambe le bacchette con ritmo quasi uniforme;
- katarai, rullo lento progressivamente accelerato suonato con una sola bacchetta, che non segue il ritmo generale del brano: costituisce uno schema ritmico molto caratteristico, peculiare del kangen;
I differenti tipi di colpi dei tre strumenti a percussione sono combinati in cellule ritmiche fisse della lunghezza di 4, 8 o (più raramente) 6 battute che vengono ripetute invariate fino alla fine del brano, costituendone l'ossatura ritmica (solo verso la fine del brano a volte subiscono variazioni).
Scale musicali e tonalità
Le scale musicali del gagaku hanno origine cinese. Durante il periodo Tang la Cina possedeva una teoria musicale molto sviluppata che si basava su una divisione dell'ottava in dodici intervalli non temperati (ritsu) su cui veniva costruito un sistema che comprendeva 84 modi (tonalità) differenti. Quando la musica Tang fu importata in Giappone questo sistema fu notevolmente semplificato, perché i giapponesi prestarono poca importanza agli aspetti teorici e si limitarono ad adottare gli elementi che la pratica musicale richiedeva. Così il complesso sistema di tonalità cinese fu ridotto a soli sei modi o tonalità (chiamati in giapponese chôshi) che si basavano sulla trasposizione di due sole scale musicali, ciascuna comprendente sette gradi (note) come le scale occidentali:
- la scala ritsu, che ha intervalli di un semitono tra il 2º e il 3º e tra il 6º e il 7º grado; i modi basati su questa scala sono il modo hyôjô (che ha come nota fondamentale il ritsu chiamato hyôjô, corrispondente approssimativamente alla nota Mi), il modo ôshikichô (La) e il modo banshikichô (Si);
- la scala ryo, che ha intervalli di un semitono tra il 3º e il 4º e tra il 6º e il 7º grado; i modi basati su questa scala sono i modi ichikotsuchô (Re), sôjô (Sol) e taishikichô (Mi).
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I modi
hyôjô
(scala
ritsu, sopra) e
taishikichô
(scala
ryo, sotto).
Le legature indicano la posizione degli intervalli di un semitono
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Nella figura qui sopra sono riportate come esempio le scale di base utilizzate nei due modi hyôjô e taishikichô, che si basano entrambi sulla nota hyôjô (corrispondente approssimativamente al nostro Mi) ma differiscono in quanto il primo utilizza una scala ritsu e il secondo una scala ryo.
I netori
I brani di kangen vengono solitamente preceduti da un preludio strumentale su ritmo libero (netori) che ha lo scopo di introdurre la tonalità del brano e di accordare gli strumenti. I netori hanno breve durata (2 - 3 minuti) e consistono in intonazioni effettuate dal solo ondo (strumentista principale) dei vari strumenti. Nell'esecuzione dei netori i vari strumenti non iniziano a suonare tutti insieme, ma entrano uno dopo l'altro sovrapponendosi parzialmente secondo una successione fissa: prima intervengono i fiati (nell'ordine shô, hichiriki e ryûteki); quando il ryûteki ha iniziato a suonare si aggiunge anche il kakko; il brano è quindi terminato dagli strumenti a corda (biwa e sô).
Esistono altrettanti netori quante sono le tonalità (chôshi) usate nei brani di gagaku, e cioè sei; essi sono elencati nella seguente tabella assieme al nome della loro nota fondamentale.
Tonalità e tipi di netori del kangen
Tonalità |
Nota fondamentale |
Discografia |
ichikotsuchô
e sadachô |
ichikotsu (Re) |
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hyôjô |
hyôjô (Mi) |
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Gagaku,
King Record KICH 2001,
traccia 1
-
Gagaku and beyond,
Celestial Harmonies 13179-2,
traccia 1
-
Japon: Gagaku,
Ocora C 559018 HM 65,
inizio della traccia 1
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sôjô |
sôjô (Sol) |
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ôshikichô |
ôshiki (La) |
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banshikichô |
banshiki (Si) |
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Gagaku,
King Record KICH 2001,
traccia 6
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taishikichô |
taishiki (Mi) |
-
Gagaku and beyond,
Celestial Harmonies 13179-2,
traccia 15
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Brani musicali
Chôgeishi
Brano di tôgaku di origine giapponese, composto da Minamoto no Hiromasa (918 - 980). Viene spesso usato come brano finale di una rappresentazione di bugaku; in questo caso viene eseguito con un tempo più veloce e scandito per adattarsi al ritmo dei brani danzati (anche se esso stesso non viene danzato).
Discografia:
Gagaku and beyond, Celestial Harmonies 13179-2, traccia 16 (versione bugaku)
Etenraku
Brano di tôgaku. È uno dei brani più antichi di gagaku, tanto che la sua origine non è chiara. Da alcuni viene ritenuto un brano composto in Giappone, ma probabilmente si tratta invece di un brano importato dalla Cina Tang; questa origine è indicata anche dal nome, che significa "musica di Eten" (in cinese Yuetian), una città dello stato di Khotan nell'Asia centrale. Ad ogni modo il brano è stato completamente assimilato e trasformato, per cui lo si può comunque ritenere un brano completamente giapponese. È un brano molto amato dai giapponesi: fin dall'antichità la sua melodia è stata utilizzata in brani diversi, sia vocali che strumentali. Attualmente viene spesso usato durante le cerimonie nuziali. Forse a causa della sua melodia facilmente riconoscibile viene ritenuto uno dei brani più adatti per avvicinarsi al gagaku: per questo motivo a partire dal 1968 il suo ascolto è stato introdotto nei programmi di insegnamento della musica nelle scuole medie giapponesi.
Esistono tre differenti versioni di Etenraku, aventi la stessa struttura melodica ma basate su tre differenti tonalità: hyôjô, ôshikichô e banshikichô. Attualmente la versione più eseguita è quella hyôjô (tutti i dischi sotto elencati riportano tale versione). Pare però che la preferenza per tale versione sia iniziata in periodo medioevale, mentre in epoca Heian veniva eseguita più spesso la versione banshikichô.
Per quanto riguarda la struttura del brano, esso è costituito dalla successione di tre sezioni melodiche distinte A, B e C (ciascuna composta da 8 battute di 4/4) che vengono sempre eseguite con ritornello (cioè nella forma AA, BB o CC) e che vengono ripetute secondo schemi diversi. Le sezioni A e B sono nella tonalità di base hyôjô, mentre la sezione C costituisce una modulazione alla tonalità ôshikichô (più alta di una quarta). La versione più comune del brano ha la struttura AA - BB - CC - AA - BB; una forma più breve è composta solamente da AA - BB.
Esiste però un'altra versione di Etenraku, chiamata nokorigaku [lett. "musica rimasta"], in cui esso assume la struttura AA(1) - BB(1) - CC(1) - AA(2) - BB(2) - CC(2) - AA(3) - BB(3): a partire dalla sezione CC(1) il numero degli strumenti suonati diminuisce gradualmente e dall'inizio di CC(2) rimangono solo un hichiriki e gli strumenti a corda (biwa e sô); lo hichiriki comincia a suonare solo frammenti della melodia (separati da pause) e il brano viene concluso dal solo sô (questo metodo esecutivo è spesso paragonato al finale della Sinfonia degli Addii di Haydn, anche se ovviamente siamo in ambiti completamente diversi). A mano a mano che gli altri strumenti cessano di suonare, la linea melodica principale passa dai fiati agli strumenti a corda e in particolare al sô, la cui parte diventa sempre più complicata e "diminuita": forse questo è un residuo di metodi esecutivi antichi in cui (come abbiamo detto più sopra) il ruolo degli strumenti a corda nel kangen era molto più importante di adesso.
Discografia:
- Gagaku, King Record KICH 2001, tracce 1-2 (versione normale)
-Japon: Gagaku, Ocora C 559018 HM 65, traccia 1 (versione normale)
Gagaku and beyond, Celestial Harmonies 13179-2, traccia 3 (versione nokorigaku)
- Kenki kodatsu: originariamente era un brano di sangaku.
- Rinko kodatsu: originariamente era un brano di sangaku.
- Saiôraku: Brano di tôgaku.
- Senshûraku: Brano di tôgaku.
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