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Storia del gagaku

Il gagaku è generalmente descritto come "musica importata in Giappone dalla Cina": questa definizione è in prima approssimazione corretta ma nasconde una realtà molto più complessa. In particolare:

  • i generi di musica straniera che contribuirono alla formazione del gagaku provenivano da nazioni diverse e non solo dalla Cina; se nell'evoluzione successiva del gagaku la musica cinese ha avuto un ruolo più importante rispetto a quella di altri paesi, ciò si deve soprattutto ad un progressiva selezione operata in base al gusto dei giapponesi di allora;
  • esistevano in Giappone diversi tipi di musica rituale che erano eseguiti prima dell'importazione della musica cinese e che sono stati successivamente incorporati nel gagaku;
  • tutto questo materiale, sia autoctono che importato, è stato progressivamente modificato, affinato e selezionato in un processo evolutivo che è durato alcuni secoli, producendo un risultato che probabilmente ha caratteristiche parecchio diverse da quelle del materiale di partenza.

È quindi forse più corretto considerare il gagaku come lo conosciamo oggi come un prodotto tipicamente giapponese, basato su materiale importato (soprattutto ma non esclusivamente dalla Cina) da cui sicuramente ha assorbito importanti elementi.

Il nome gagaku è la lettura giapponese del termine cinese 雅楽 (pronunciato in cinese yayue) che significa letteralmente "musica elegante, raffinata". Questo nome veniva usato in Cina per indicare la musica cerimoniale usata nei riti confuciani, musica che però non fu importata in Giappone (forse perché la corte Yamato possedeva già una propria musica religiosa e cerimoniale); come vedremo nel seguito, la musica di origine cinese che fu incorporata nel gagaku giapponese era invece soprattutto musica che in Cina veniva usata come intrattenimento.

Si possono a grandi linee distinguere tre fasi nel processo di formazione del gagaku:

  • una prima fase di contatto in cui esso veniva eseguito da musicisti stranieri giunti in Giappone;
  • una fase di assorbimento in cui anche musicisti giapponesi impararono ad eseguire questo genere di musica;
  • una fase di assimilazione e trasformazione in cui i diversi apporti esterni furono selezionati ed amalgamati tra di loro e con musiche autoctone ed il gagaku raggiunse la sua forma definitiva.

Ovviamente una suddivisione di questo tipo non deve essere pensata in termini di stretta successione temporale: le diverse fasi non hanno confini ben definiti e possiedono ampie zone di sovrapposizione. Tuttavia è possibile citare alcune date tipiche al fine di inquadrare temporalmente i diversi processi:

  • fase di contatto: l'esecuzione di musica da parte di musicisti stranieri è documentabile a partire dal V secolo d.C.; ad esempio il Nihon shoki riporta che «nell'anno 462 parecchi musicisti di Shilla parteciparono alle esequie dell'Imperatore Ingyô»;
  • fase di assorbimento: istituzione del Gagakuryô (701);
  • fase di assimilazione: la riforma del sistema musicale effettuata durante il regno dell'Imperatore Ninmyô (833-49).

Le sorgenti straniere del gagaku

I generi di musica straniera che hanno contribuito alla formazione del gagaku sono:

sankokugaku o sankangaku
("musica delle tre Coree", cioè dei tre regni coreani di Shilla, Paekche e Koguryo); in realtà si trattava di generi diversi di musica, che originariamente avevano nomi diversi a seconda della regione di provenienza (shiragigaku [musica di Shilla], kudaragaku [musica di Paekche], kôkurigaku o komagaku [musica di Koguryo]), utilizzavano strumenti diversi e che furono importati in periodi diversi; solo successivamente essi furono unificati sotto una denominazione comune. In base ad accenni contenuti nel Nihon shoki si sa che tale musica veniva eseguita in Giappone da prima del 684, ma probabilmente, visti gli intensi rapporti del Giappone con la Corea a partire dal IV secolo, si può supporre che la sua introduzione fosse iniziata già a quell'epoca. Non si conoscono dettagli sulla forma di tali generi musicali;
tôgaku
("musica Tang", cioè musica della Cina vera e propria); come detto sopra, non si trattava del genere di musica indicato dagli ideogrammi che in giapponese vengono letti "gagaku" ma di musica utilizzata nei banchetti e nelle feste della corte imperiale cinese (宴楽 yanyue, letto in giapponese enraku). Veniva considerato come parte del tôgaku anche il sangaku (in cinese sanyue), un genere di musica di estrazione popolare originariamente associata a spettacoli di saltimbanchi che in futuro eserciterà una certa influenza sullo sviluppo di generi drammatici come il dengaku e il sarugaku. Si ha notizia di esecuzioni di tôgaku a partire dal 702 (Shoku Nihongi);
gigaku
genere di musica che si eseguiva durante processioni mascherate all'aperto, accompagnata da giochi acrobatici e pantomime comiche (quindi simile al sangaku); proveniente dalla "terra di Kure" che probabilmente è da identificare con una regione della Cina centrale. Fu importato in Giappone verso l'inizio del VII secolo; alcune delle maschere e degli indumenti usati per questi spettacoli sono conservati nello Shôsôin;
toragaku
"musica di Tora (Tailandia)", importata tra il 661 e il 731;
rin'yûgaku
("musica del Rin'yû"); prende il nome dal Rin'yû (Champâ), uno stato del Vietnam meridionale, ma si tratta il realtà di musica di origine indiana, che accompagnava un genere di danza eseguito indossando maschere dall'aspetto grottesco. Il nome deriva dal fatto che fu introdotta in Giappone nel 736 da un monaco del Rin'yû che era stato in India; a questo proposito bisogna notare che tra il VI e VIII secolo la musica indiana aveva avuto una forte diffusione in Cina come risultato dell'introduzione del buddhismo;
bokkaigaku
("musica del Bokkai"); importata tra il 727 e il 749 dal Bokkai, uno stato dell'attuale Manciuria con cui il Giappone ebbe relazioni diplomatiche fino al 900 circa.

Per ulteriori particolari su questi generi di musica, vedi l'articolo di Kishibe Shigeo, Musica dell'antichità, in Hoshi Akira et al., Musica giapponese. Storia e teoria.

Tutte queste musiche sono ora completamente perdute e ci si può fare una vaga idea delle occasioni e del modo in cui venivano eseguite solo dai brevi accenni contenuti nelle cronache dell'epoca, da rari dipinti in cui sono raffigurate e, in alcuni casi, dagli strumenti musicali, costumi e maschere conservati nello Shôsôin. Il loro contenuto musicale è stato assorbito dal gagaku, ma in questo passaggio ha subito una profonda riorganizzazione, adattamento e fusione con altri generi musicali, per cui è praticamente impossibile risalire dal gagaku come lo conosciamo oggi alle caratteristiche originali dei vari generi da cui deriva.

Le sorgenti autoctone del gagaku

Sicuramente esistevano in Giappone diversi generi di musica anche prima dell'importazione della "musica cinese": tra questi il genere più importante che è stato assorbito nel gagaku è la musica usata nelle celebrazioni annuali shintoiste (Azuma asobi, Kagura uta, Yamato uta,Kume uta ecc.), che spesso veniva accompagnata da danze rituali (a questo proposito vedi quanto detto riguardo alla musica nella preistoria e protostoria del Giappone). Anche in questo caso è difficile ricostruire le caratteristiche originarie di tale musica, in quanto i brani con questo nome che sono giunti sino ad oggi hanno sicuramente subito l'influsso della musica importata sia nella struttura generale che nell'organico strumentale (ad esempio fu introdotto lo hichiriki, uno strumento importato dalla Cina) e nei testi (furono introdotti testi buddhisti).

Inoltre esistevano sicuramente in Giappone vari tipi di musica popolare e di intrattenimento (di cui ad esempio i testi delle canzoni riportate nel Kojiki sono una testimonianza) di cui non si conoscono i particolari ma che devono aver esercitato una certa influenza sul gagaku. A questo proposito bisogna notare che tutti i generi di musica importata erano solamente strumentali (a volte accompagnati da danze, ma senza parti vocali), mentre la musica vocale ha sempre avuto una parte molto importante (si può forse dire preponderante) all'interno della musica giapponese. In effetti in epoca Heian nacquero generi di musica vocale (vedi oltre) che venivano considerati parte del gagaku: fu questa una "giapponesizzazione" del gagaku che sicuramente dovette subire l'influenza di generi vocali preesistenti.

I generi di musica di origine indigena che furono inquadrati all'interno del gagaku vennero indicati con il termine generico di wagaku (lett. "musica giapponese").

Il Gagakuryô

In epoca Asuka e Nara il gagaku rientrava nella linea politica dello stato Yamato di affermarsi come una potenza a livello internazionale accanto alle altre nazioni dell'Estremo Oriente; per questo si trattava di una musica fastosa e cerimoniale che veniva eseguita con grande spiegamento di musicisti e danzatori e impiegando strumenti di molti tipi diversi. Non a caso il codice Taihô Ritsu-ryô del 701 (l'ultima delle grandi riforme del periodo Asuka che posero le basi legislative di uno stato centralizzato basato su una burocrazia di tipo cinese) istituì anche il Gagakuryô, una specie di scuola professionale statale che aveva il compito di mantenere e trasmettere il patrimonio musicale utilizzato nelle cerimonie di Stato e di formare i gakunin (musicisti addetti al gagaku), utilizzando anche insegnanti Tang e coreani.

A giudicare dal numero di allievi per ogni genere musicale riportato per il Gagakuryô subito dopo la sua formazione (248 per lo wagaku, 62 per il toragaku, 60 per il sankangaku e 6 per il tôgaku), sembra che all'epoca la musica considerata più importante fosse quella di origine autoctona e che, tra la musica straniera, il primo posto spettasse alla musica di origine coreana; questa situazione però durerà per un breve periodo in quanto nel giro di pochi decenni il tôgaku prenderà decisamente il sopravvento su tutti gli altri generi di musica importata.

La grande riforma del sistema musicale del IX secolo

shinzei
Immagine dal Shinzei Kogakuzu (un rotolo illustrato del XIV secolo) che mostra vari strumenti musicali utilizzati nel periodo iniziale dell'importazione del gagaku; oltre a strumenti usati tuttora (tôgaku, shô e vari tipi di percussioni) sono ritratti anche strumenti caduti in disuso da lungo tempo, come il kugo (il primo in alto a sinistra) e lo haishô (il quinto in basso da sinistra)

Con l'inizio dell'epoca Heian si operò una graduale riorganizzazione, semplificazione ed omogeneizzazione del repertorio del gagaku. Questo processo fu sicuramente guidato dal precisarsi dei gusti musicali dei giapponesi e dalla conseguente selezione e trasformazione dei vari generi importati. Su di esso però ebbero anche un influsso le mutate condizioni socio-politiche del Giappone, il progressivo fallimento dello Stato centralizzato e burocratico di stampo cinese e l'affermarsi di una aristocrazia di corte sempre più separata dal resto del paese. Il gagaku tende quindi a perdere i suoi aspetti più "pubblici" ed ufficiali ed a trasformarsi in un genere più raffinato ed elitario, più adatto alle celebrazioni ed al divertimento di una ristretta cerchia di nobili. Perciò la grande varietà di generi musicali precedentemente coltivati fu gradualmente ridotta ed inquadrata dapprima in quattro categorie, poi in tre ed infine in due. Quest'ultima organizzazione bipartita fu formalizzata durante la cosiddetta "grande riforma" del sistema musicale operata durante il regno dell'Imperatore Ninmyô (833-49) e fece assumere al gagaku la struttura con cui fondamentalmente è giunto fino ad oggi. La riforma essenzialmente raggruppò tutto il patrimonio di musiche importate in due grandi gruppi:

  • tôgaku o musica del lato sinistro, che comprendeva tutte le musiche di derivazione cinese (tôgaku in senso stretto e rin'yûgaku);
  • komagaku o musica del lato destro, comprendente le musiche di provenienza coreana (sankangaku e bokkaigaku);
altri generi di musica, come il gigaku e il toragaku, furono progressivamente abbandonati e si estinsero.

La bipartizione in lato destro e lato sinistro si rifà ad una terminologia che era molto usata durante il periodo Heian: esistevano ad esempio un Ministro della Destra e un Ministro della Sinistra, le Guardie del Palazzo e le gare di competizione poetica avevano un Lato Destro e Lato Sinistro, la stessa città di Heian era divisa in questo modo.

Una simile ripartizione avvenne anche per le danze che venivano eseguite insieme al bugaku, che furono quindi divise in "danze del lato sinistro" (samai) e "danze del lato destro" (umai). Per maggiori dettagli sulla struttura attuale del gagaku vedi la sezione Classificazione e brani del gagaku.

In questo processo anche la grande varietà di strumenti musicali utilizzati fino al periodo Nara e documentata ad esempio dalla collezione raccolta nello Shôsôin fu grandemente ridotta e molti strumenti caddero in disuso. In particolare furono abbandonati tutti gli strumenti di registro basso come lo hichiriki grande (basso) e lo u; tra gli altri strumenti non più usati dopo la metà del periodo Heian sono compresi anche il kugo (tipo di arpa verticale), lo haishô (tipo di flauto di Pan), il gogenbiwa (particolare specie di tôgaku), lo shakuhachi (che fu però nuovamente introdotto in Giappone nel XIV secolo) e diversi tipi di tamburo.

La produzione giapponese

Già all'inizio del periodo Heian il gagaku era stato completamente assimilato e faceva parte della vita quotidiana della nobiltà di corte: nelle cerimonie ufficiali esso veniva eseguito da musicisti professionisti, ma anche i nobili lo studiavano e lo eseguivano per diletto in occasioni meno formali (questo stato di cose è documentato da opere letterarie del tempo come il Genji monogatari ed il Makura no sôshi). Tra i grandi esecutori dell'epoca viene ricordato ad esempio Fujiwara no Sadatoshi, ma anche l'Imperatore Ninmyô (che regnò dall'833 all'849) era un virtuoso di flauto traverso. Ciò portò alla creazione del Gakuso, una scuola di gagaku interna alla corte imperiale che a poco a poco sostituì il Gagakuryô.

In breve tempo questi esperti giapponesi di gagaku (nobili dilettanti o professionisti) iniziarono anche a comporre nuovi brani seguendo lo stile delle musiche di importazione: anche questi vennero inquadrati tra le musiche del lato destro o del lato sinistro. Queste composizioni sono probabilmente le prime opere di musica d'arte (escludendo cioè la musica popolare) composte da giapponesi; esse comprendono:

  • una decina di brani "del lato sinistro", tra cui Saiôraku (dell'Imperatore Ninmyô), Chôgeishi (di Minamoto no Hiromasa) e Jisuiraku (di Ôto no Kiyogami);
  • parecchi brani "del lato destro", tra cui Engiraku e Kochô.

L'apporto più originale al gagaku da parte di compositori giapponesi è però costituito dalla creazione di due nuovi generi musicali, il saibara ed il rôei. In entrambi i casi si tratta di musica vocale (un genere di musica che, come si è detto, era completamente assente dal repertorio importato).

Il saibara

Il saibara è un genere di musica vocale in cui una poesia giapponese (ad esempio sono molto usati testi ricavati dal Man'yôshû) viene cantata in coro con l'accompagnamento di un organico strumentale identico a quello utilizzato per le musiche del lato sinistro; le melodie ricalcano quelle del tôgaku e del komagaku.

Il saibara nacque all'inizio del periodo Heian, probabilmente come evoluzione e raffinamento nell'ambiente della corte imperiale di musiche vocali popolari preesistenti (una delle ipotesi esistenti sull'etimologia del termine saibara lo ricollega a canti di lavoro dei carrettieri). Il suo periodo di massimo splendore è verso la metà del periodo Heian, a partire dalla grande antologia compilata da Minamoto no Masanobu (920 - 993); viene citato come un genere di moda anche nel Genji monogatari. Minamoto no Masanobu è anche il fondatore della scuola genke, una delle due grandi scuole di saibara; il saibara eseguito oggi appartiene però a un'altra tradizione, la scuola tôke, iniziata da Minamoto no Hiromasa.

Il saibara fu un genere di successo negli ambienti di corte fino al periodo Kamakura (il suo repertorio contava più di 60 brani), ma in seguito declinò e la sua tradizione si perse completamente durante il periodo Sengoku. Il limitato numero di brani di saibara che vengono eseguiti oggi derivano da ricostruzioni effettuate a partire dal XVII secolo sulla base di notazioni scritte e quindi probabilmente risentono pesantemente dello stile musicale del periodo Edo.

Il rôei

Anche il rôei è un genere di musica vocale corale utilizzata come intrattenimento privato tra i nobili della corte imperiale di Heian; a differenza del saibara, i testi del rôei consistono soprattutto in poesie classiche cinesi e gli stumenti usati per l'accompagnamento musicale comprendono solo strumenti a fiato.

Probabilmente il rôei si è sviluppato gradualmente a partire dalla consuetudine di recitare poesie cinesi in occasione di ritrovi informali tra amici, che doveva essere diffusa nella corte imperiale già dal periodo Nara; il rôei nella sua forma codificata eseguita ancora oggi risale però a Minamoto no Masanobu (il compilatore della grande raccolta di saibara). Anche per il rôei esistevano due scuole, genke e tôke.

Maggiori dettagli sulle caratteristiche musicali del saibara e del rôei sono riportati nelle sezioni relative: Il saibara e Il rôei.

Lo hikô

Lo hikô (o utahikô) è un altro genere di declamazione cantata di waka senza accompagnamento strumentale, iniziato durante il periodo Heian in occasione di incontri informali tra amanti della poesia ed in seguito divenuto una tradizione della corte imperiale. In periodo Edo esso si è trasformato in una vera e propria cerimonia che ancora oggi si tiene ogni Capodanno alla presenza dell'imperatore (On'utakaihajime, "Augusto incontro di poesie di inizio") in cui vengono declamati, seguendo un elaborato rituale, poemi composti dai vari membri della famiglia imperiale e dai dignitari di corte.

La trasmissione del gagaku in epoca medioevale

Durante il periodo Heian il gagaku era soprattutto la musica (cerimoniale e di divertimento) della corte imperiale, ma veniva anche eseguita in alcuni templi buddhisti; i più grandi di questi avevano un proprio gruppo stabile di musicisti ed una propria tradizione di trasmissione del repertorio. Tali tradizioni indipendenti acquistarono maggiore importanza in epoca medioevale a causa del progressivo declino politico ed economico della corte di Heian (vedi il paragrafo La nascita del governo shôgunale). Addirittura quando la città di Kyôto fu rasa al suolo durante i disordini dell'era Ônin, la trasmissione del gagaku all'interno della corte imperiale fu interrotta per parecchi decenni e la sopravvivenza del repertorio fu assicurata solamente dalle tradizioni dei grandi templi o delle singole famiglie di musicisti. Alla fine di tale periodo il gruppo di musicisti della corte imperiale di Kyôto fu ricostituito grazie a trasferimenti di esecutori dal santuario shintoista Kasuga di Nara e dal tempio buddhista Shitennôji di Ôsaka.

In epoca medioevale il gagaku dovette subire notevoli trasformazioni, tra cui:

  • trasformazioni del contenuto musicale e modifica delle melodie originali Tang;
  • perdita di una parte consistente del repertorio;
  • semplificazione della tecnica esecutiva degli strumenti a corda (tôgaku e gakusô) che originariamente suonavano in eterofonia la stessa melodia degli strumenti a fiato ma che al giorno d'oggi eseguono solo accordi con funzione ritmica più che melodica.

Probabilmente non è un caso che a partire da questa epoca si senta anche il bisogno di affidare la trasmissione del repertorio a raccolte scritte (come il Taigenshô del 1510).

A partire dal periodo Kamakura il gagaku cominciò a diffondersi anche tra i bushi, che in generale cercavano di uniformarsi ai nobili della corte imperiale sul piano della letteratura e delle arti.

Il gagaku in età moderna e contemporanea

All'inizio del periodo Edo esistevano quattro scuole principali di gagaku: a Kyôto, Nara, Ôsaka ed Edo. Si racconta che quest'ultima scuola si sia formata quando Iemitsu, terzo shôgun Tokugawa, fu profondamente commosso da un'esecuzione di gagaku a cui assistette a Kyôto e volle che esso venisse adottato nelle cerimonie al Momijiyama (all'interno del castello shôgunale di Edo); a partire dal 1642 si costituì quindi un gruppo stabile di gakunin anche alla corte shôgunale di Edo.

Un'importante riforma del gagaku avvenne dopo la restaurazione Meiji, quando nel 1870 fu costituito il Kunaichô gakubu (Dipartimento di Musica dell'Agenzia della Casa Imperiale) fondendo in un'unica istituzione i quattro gruppi esistenti a Kyôto, al Shitennôji di Ôsaka, al Grande Santuario di Kasuga di Nara e al Momijiyama, riunendo e riconciliando il repertorio e le pratiche esecutive dei diversi gruppi e creando un corpus omogeneo di opere che fu anche trascritto in partitura. A partire da quest'epoca il gagaku torna ad essere privilegio esclusivo della corte imperiale e in pratica la definizione stessa di gagaku viene a coincidere con il repertorio trasmesso da tale istituzione (o più precisamente con il suo repertorio tradizionale giapponese, poiché il Kunaichô gakubu ha anche il compito di eseguire musica occidentale durante i ricevimenti di Stato). Nel 1955 il Kunaichô gakubu è stato insignito del titolo di Bene Culturale Immateriale di Importanza Nazionale.

Solo a partire dagli anni '60 del XX secolo, dopo la sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale e la conseguente desacralizzazione della figura dell'Imperatore, il gagaku trova diffusione anche tra il grande pubblico tramite concerti ed incisioni discografiche e nascono gruppi di musicisti indipendenti dalla Casa Imperiale.

 
 

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