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Il bunraku nell'età contemporanea

Il bunraku nel periodo Meiji

Il jôruri (inteso come spettacolo teatrale di burattini) ha riscosso grande favore tra il pubblico fino a circa la metà del XVIII secolo; in seguito la sua popolarità è stata offuscata dal kabuki e ha cominciato a declinare finché verso il 1780 tutti i teatri dedicati ad esso sono stati chiusi.
Per circa un secolo il jôruri è sopravvissuto ed è stato tramandato unicamente come genere di musica da camera (zashiki jôruri) ma nel 1872 Uemura Bunrakuken aprì a Ôsaka un teatro (il Bunrakuza) completamente dedicato ai burattini. Iniziò quindi una nuova epoca per questo genere di spettacolo, che da allora è stato chiamato con il nome di bunraku. Il Bunrakuza ebbe successo e ben presto fu affiancato da un altro teatro di burattini (lo Hikorokuza) ma, anche se Ôsaka era tornata ad essere la capitale del jôruri, nel resto del Giappone le preferenze degli spettatori erano ancora decisamente orientate verso il kabuki. In gran parte ciò era dovuto al fatto che, dopo la restaurazione Meiji, i gusti del pubblico stavano rapidamente cambiando: i giapponesi erano venuti bruscamente a contatto con il teatro e l'opera lirica occidentali e avevano cominciato ad apprezzarli e, spesso, a preferirli alle forme di spettacolo tradizionale. Mentre il kabuki cercò di reagire a questa evoluzione, assorbendo elementi del teatro straniero e rinnovandosi nei soggetti e negli allestimenti di scena, il jôruri rimase strettamente legato alla tradizione nei temi, nell'aspetto e nei metodi di insegnamento e trasmissione, ancora basati sul sistema degli iemoto. Soprattutto negli ambienti più progressisti di Tôkyô il jôruri veniva considerato solo come un'inutile residuo del passato.
Tuttavia nei primi decenni del XX secolo il clima culturale cominciò a cambiare e anche la linea politica di riforme e di occidentalizzazione del governo Meiji fu sostituita dalle tendenze più tradizionaliste e conservatrici del periodo Shôwa. Nel 1933 il jôruri ricevette per legge il riconoscimento di patrimonio culturale di importanza nazionale e ottenne un moderato supporto economico da parte del governo. Più o meno nello stesso periodo spettacoli di bunraku cominciarono ad essere eseguiti anche a Tôkyô.

Il bunraku oggi

I teatri di bunraku di Ôsaka sono stati distrutti più volte nel corso del XX secolo (nel 1926 da un incendio e nel 1945 dai bombardamenti americani). Attualmente gli spettacoli vengono rappresentati stabilmente ogni anno nel nuovo Teatro Nazionale di Bunraku di Ôsaka (costruito nel 1984) e in una sala apposita (il cosiddetto Small Theatre) del Teatro Nazionale di Tôkyô.
Poiché il bunraku è una delle principali forme di teatro tradizionale giapponese e forse il più raffinato spettacolo basato su burattini in tutto il mondo, ci si aspetterebbe di trovare al riguardo un'abbondante documentazione audiovisiva, analogamente a quanto avviene per il teatro e l'opera lirica occidentali. Purtroppo non è così: benché esistano diverse registrazioni audio (CD) dedicate al jôruri come genere musicale (costituite da antologie di brani piuttosto che da opere complete), non è attualmente in commercio in Giappone nessuna registrazione video (VHS o DVD) dedicata al bunraku (lo stesso vale del resto anche per il teatro nô e il kabuki). Infatti a quanto mi risulta l'unica documentazione video attualmente disponibile di un dramma di bunraku è di produzione americana: si tratta di una registrazione dell'opera Meido no hikyaku [Il corriere per l'Inferno] di Chikamatsu Monzaemon prodotta da Marty Gross.
A questo proposito è forse opportuno ricordare che alcune opere di bunraku hanno ispirato la produzione cinematografica. In particolare il regista Shinoda Masahiro ha diretto due film che sono la trasposizione cinematografica di opere di Chikamatsu Monzaemon: si tratta di Shinjû ten no Amijima (1969) e Yari no Gonza (1986).